Da qualche anno la nostra Amministrazione ha deciso di penalizzare con una trattenuta di 30 minuti le Lavoratrici e i Lavoratori dell’INPS che decidono di partecipare ad un’assemblea sindacale giornaliera.
Il nostro Istituto, che dimostra sempre un occhio di riguardo verso i propri dipendenti, ha deciso d’autorità che essi debbano pagare il dazio di trattenersi in servizio per 30 minuti in più ogni volta che prendono parte ad un’assemblea giornaliera sindacale.
Si tratta dell’ennesima prepotenza gratuita a cui viene sottoposto il personale dell’INPS e a cui (tanto per cambiare) nessun sindacato, tranne l’USB, ha deciso di opporsi.
Il Coordinamento Nazionale ha dato mandato alla struttura USB di Monza di avviare una causa pilota nella quale chiedere al giudice del lavoro di esprimersi sulle pretese dell’Amministrazione.
Il giudice si è espresso in primo grado già nel 2015 condannando l’INPS, che non pago è ricorso in appello.
Anche in questo grado di giudizio la condanna del comportamento dell’Istituto è stata risoluta: il giudice d’appello, confermando pienamente le motivazioni di primo grado, ha succintamente dichiarato che la trattenuta costituiva a tutti gli effetti attività antisindacale perché “…si pone in contrasto con il diritto di assemblea…”.
Leggendo le motivazioni del giudice, emerge che l’Amministrazione ha contravvenuto palesemente agli accordi sindacali sottoscritti con le OO.SS. (art.2 del CCNQ/1998, dichiarazione congiunta n.8 allegata al CCNL/2001), fino a violare lo stesso art.28 della legge 300/70 (Statuto dei Lavoratori).
Come mai quei “sindacati” che si indignano in modo roboante quando l’INPS non rispetta gli accordi che colpiscono le sigle che, come l’USB, non si piegano a firmare contratti indecenti, risultano così silenziosi e indifferenti quando vengono colpiti i diritti e la dignità dei Lavoratori?
Come mai i brillanti studi legali di certi sindacati rampanti, che sono in prima linea quando si tratta di promuovere cause civili per motivi economici, sono così distratti su argomenti che sono fondamentali per i diritti sindacali dei Lavoratori?
La sentenza d’appello diventerà definitiva se l’INPS, che ha sei mesi di tempo per deciderlo, non ricorrerà in cassazione.
Ricordiamo che la trattenuta di 30 minuti per l’assemblea giornaliera è un’iniziativa adottata esclusivamente dall’INPS in tutta la Pubblica Amministrazione.
Pur avendo lo stesso contratto di lavoro di tutti gli altri enti pubblici, solo i dipendenti dell’INPS sono soggetti a questa fantasiosa “penalità”.
Sulla sua illegittimità si sono già pronunciati due gradi di giudizio: in primo grado l’Istituto è stato condannato al pagamento di oltre 1800 euro; in appello ad oltre 3300 euro!
Niente quindi autorizzerebbe a credere che l’INPS abbia motivo di ricorrere in cassazione, ma purtroppo l’esperienza ci dice altro.
Infatti è costume del nostro “datore di lavoro” andare fino in fondo, intentando allegramente le cause più “temerarie” per la semplice ragione che a pagarne le spese non sarà mai chiamato il dirigente o l’avvocato che ha deciso di promuoverle, ma il danno ricadrà sul bilancio dell’intero Istituto, e quindi scandalosamente anche sulle spalle dei Lavoratori!
Certe battaglie però vanno combattute per principio e l’USB agirà già da subito, forte delle sentenze favorevoli già ottenute, per sollevare al tavolo sindacale le richieste di interrompere immediatamente l’ennesima vessazione praticata dall’Amministrazione INPS sui suoi dipendenti.
La trattenuta di 30 minuti per le Assemblee sindacali giornaliere è illegittima e va restituita ai Lavoratori che l'hanno ingiustamente subita.
Il Coordinamento USB INPS Monza