Il Consiglio di Presidenza della Giustizia Tributaria è uscito allo scoperto svelando definitivamente il proprio piano di invasione ed appropriazione delle strutture amministrative delle Commissioni Tributarie.
E’ pervenuta infatti a questa Organizzazione Sindacale copia della Risoluzione n. 2 dell’8 febbraio 2011 emanata dal Consiglio di Presidenza della Giustizia tributaria concernente la risoluzione dei conflitti tra Presidente della Commissione e Direttore di Segreteria.
Il suindicato provvedimento, a seguito di una presunta e fallace lettura sistematica della normativa poste a base del processo tributario e delle modalità di funzionamento delle Segreterie di sezione (D. Lgs. n. 545/92, D.P.R. 748/1972 D.Lgs. n. 29/1993) in ordine, in particolare, alle attribuzioni dei diversi soggetti ivi previsti (personale amministrativo e corpo giudicante), conclude affermando che il Presidente della Commissione sarebbe titolare di un potere di vigilanza e, quindi di controllo, nell’ambito della Segreteria e sull’attività del personale stesso (orario di lavoro, straordinari, ordini di servizio) risolvendo in tal guisa, nell’asserito vuoto legislativo concernente la suddetta materia, la vexata quaestio della doppia dirigenza o diarchia nella gestione del personale delle Commissioni Tributarie.
Le attribuzioni del Direttore di Segreteria sarebbero, alla luce di quanto sopra, ricondotte nella mera “dirigenza del personale”, peraltro non univocamente definita, che si esplicherebbe nella pedissequa esecuzione degli indirizzi del Presidente della Commissione in materia di organizzazione tecnica del lavoro degli uffici di Segreteria, per adeguarne l’efficienza alle necessità del processo tributario, e al potere ispettivo e di controllo che il Ministero può sempre effettuare sui propri dipendenti. Quindi il generale potere di vigilanza posto a capo del Presidente della Commissione assorbirebbe di conseguenza le materie dell’organizzazione del personale e quelle di carattere negoziale, previste dal vigente CCNL, al fine di garantire l’esercizio della funzione giurisdizionale che per statuizione costituzionale può essere sottoposta solo alla legge e non può, pertanto, trovare limiti esterni alla propria autonoma estrinsecazione.
È evidente che, nell’ambito delle Commissioni Tributarie, si stia consumando l’ultimo prevedibile atto di una incessante manovra di indebita occupazione senza dubbio determinata anche dal vuoto di potere che il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha creato con il proprio disinteresse nei confronti del relativo personale con punte clamorose di caduta proprio negli ultimi due o tre anni.
Abbiamo, infatti, assistito fino ad oggi a tutte le dispendiose operazioni di facciata realizzate dalla Direzione della Giustizia Tributaria denunciando che, nella sua smania di apparire in testa alla classifica dei comparti dell’Amministrazione più solerti nella realizzazione di innovazioni tecnologiche inutili e inefficaci (CUP, digitalizzazione delle sentenze, convenzione per la trasmissione delle stesse ad una sola parte del processo), la stessa ha colpevolmente omesso di occuparsi dell’organizzazione dei propri Uffici e del personale ad essi assegnato.
L’assenza della funzione di cui trattasi si è nuovamente e clamorosamente palesata nel totale silenzio seguito alla nota del presidente della Commissione Tributaria Provinciale di Roma che ha rivendicato l’esclusiva titolarità dei presidenti di ciascuna Sezione a determinare il numero delle trattazioni annue da definirsi in udienza, in totale spregio delle norme contrattuali che individuano i soggetti preposti e le materie soggette a contrattazione con le OO.SS. tra le quali proprio la definizione dei criteri sui carichi di lavoro e la loro conseguente determinazione, tenendo conto ovviamente delle esigenze generali della struttura.
Di questa deplorevole situazione, inoltre, era stata informata anche l’amministrazione del MEF nel corso dell’incontro tenutosi a seguito della mobilitazione del personale della Commissione Tributaria Provinciale di Roma ed in occasione del quale era stato espressamente richiesto che venissero ripristinate le corrette relazioni sindacali proprio al fine di porre un argine alle continue interferenze del personale giudicante nell’amministrazione del personale e nelle materie di cui trattasi, prefigurando, in assenza di idonei e tempestivi provvedimenti al riguardo, ulteriori ripercussioni su tutto il personale delle Commissioni Tributarie.
Inaspettatamente, è prevalso il silenzio che non poteva non essere foriero di tali scontati esiti e continuiamo ad assistere, anche in queste ore, al totale disinteresse del Dipartimento delle Finanze e della Direzione della Giustizia Tributaria, direttamente coinvolti.
Ritenendo ormai che sia stata superata qualsiasi ragionevole soglia di tolleranza, è ora che il silenzio dell’ Amministrazione venga riempito dalla voce dei lavoratori.
La USB MEF riconferma lo stato di agitazione del personale delle Commissioni Tributarie ed adotterà, definendole nei prossimi giorni anche con le altre Organizzazioni Sindacali che si renderanno disponibili, tutte le forme di lotta necessarie a tutelare i diritti dei lavoratori.