Il delicato confronto sulla neo riorganizzazione dell’area metropolitana romana si è dunque bruscamente interrotto il 28 novembre scorso, quando la direzione regionale ha pensato bene di forzare ancora una volta la mano, negando “per improrogabili impegni” la richiesta di motivato rinvio (concomitante il convegno dei delegati pubblici e privati di Pubblico Impiego) ed escludendo in tal modo la USB dall’ultima decisiva riunione. Cui ha fatto seguito l’ennesima ed inevitabile diffida che va a rimpinguare la tristemente nota collezione di codesta direzione.
Narrano i cantori che, almeno inizialmente, sul tavolo regionale appositamente convocato c’è stata una vera e propria bagarre, con il numero delle Filiali prima passato da 4 a 7 e poi ridimensionato a 6, per motivi che non ci è dato sapere. Così come non sappiamo se la direzione regionale, presa dal solito sacro furore del fare e senza necessariamente riflettere, abbia intenzione di convocare altri incontri sulla riorganizzazione o sulla mobilità, come sarebbe invece doveroso.Eppure già in occasione dell’osservatorio regionale sul processo di integrazione nel Lazio più di qualcuno aveva fatto notare che “la fretta è cattiva consigliera” ma evidentemente gli interessi e la posta in gioco, al momento, sono ben altri.
Narrano ancora i cantori che tutti gli alterchi iniziali sono poi rientrati nell’alveo perché, alla fine, un “accordo” tra uomini e donne di potere lo si trova sempre. Ed è proprio per questo motivo che, a scanso di equivoci, abbiamo formalizzato le richieste avanzate nell’unico incontro ufficiale, oltre il tavolo tecnico, al quale abbiamo partecipato, con particolare riferimento alla quota parte sull’eventuale risparmio indefinito e da riservare, in via prioritaria, al personale della regione.
Anche perché ci risulta che la relazione avente ad oggetto una nuova ipotesi di riorganizzazione dell’area metropolitana romana è già stata inviata in Direzione Centrale Organizzazione magari con la classica dicitura “sentite le OOSS” e con tanti saluti alle residuali forme di correttezza, divenute ormai un inutile orpello. E chissà se nella relazione conclusiva ci si è poi ricordati del fatto che la Filiale di Montesacro rischia di essere l’unica fortemente penalizzata, per la mancata previsione di un centro medico legale, con il relativo disagio dei cittadini utenti.
Certamente il mancato reperimento di ulteriori 45 milioni di euro necessari alla integrazione fra gli Enti avrà ripercussioni negative sull’intera riorganizzazione, così come ogni preventivata razionalizzazione della spesa dovrà essere seguita da un costante e periodico monitoraggio. Tutte cose che abbiamo formalizzato nel documento allegato inviato in DG (vedi nota tecnico politica alla relazione).Per quanto concerne la mobilità regionale, sarà utile rammentare che le attuali graduatorie sono da considerarsi comunque provvisorie, che l’amministrazione ci ha comunicato di avere applicato sulla L. 104 i criteri della mobilità nazionale 2011 e che appare opportuno procedere ora con urgenza ad ogni segnalazione.Resta il fatto incontrovertibile che nell’applicazione dei criteri a livello nazionale sono state già riscontrate differenze notevoli tra regioni sul bando di mobilità e per quel che concerne il Lazio il termine fissato al prossimo 9 dicembre (come da messaggio Hermes n. 19174 del 26.11.2013) in assenza di una graduatoria definitiva è di sicuro da procrastinare. Con buona pace della mobilità nazionale.