Un gruppo di lavoratori dell’INPS di Brindisi, in pratica il 75% dell’ufficio prestazioni a sostegno del reddito, prende carta e penna e segnala una situazione di disagio che dura ormai da troppo tempo. Nella nota sono riportati solo alcuni degli episodi di soprusi e offese che hanno per protagonista il responsabile dell’ufficio.
Da Roma parte l’Ispettorato, che interroga uno ad uno i dipendenti. Nel frattempo la notizia della lettera dei lavoratori finisce sui giornali locali, probabilmente ad opera di chi ha interesse a speculare sulla vicenda, incurante del danno che può provocare ai dipendenti della sede di Brindisi che si sono esposti con la nota di denuncia. I lavoratori e i sindacati di sede prendono le distanza da questa iniziativa.
Ci si aspetta che l’amministrazione intervenga per sanzionare il responsabile dell’Ufficio e per impedire che nel futuro abbiano a ripetersi minacce, angherie, atti di spavalderia che avvelenano il clima aziendale e determinano disagio individuale.
Succede, invece, che il responsabile dell’ufficio sia promosso a direttore d’Agenzia, nell’incredulità generale. Il personale di Brindisi si riunisce in assemblea, esprimendo piena solidarietà ai colleghi che hanno avuto il coraggio di denunciare i comportamenti del responsabile dell’ufficio e disappunto per la scelta di premiare chi invece andrebbe richiamato ad un comportamento istituzionale più consono.
Riteniamo che il primo responsabile sia il direttore della sede di Brindisi, che non ha saputo governare una situazione che non doveva essere minimamente tollerata. Altrettanto responsabile è il direttore regionale, che ha promosso il funzionario pur conoscendo come stanno le cose.
A questo punto ci rivolgiamo al direttore generale e al direttore centrale risorse umane per chiedere loro d’intervenire, perché non è accettabile che un nostro delegato di recente per un diverbio abbia avuto quindici giorni di sospensione e invece chi tratta da “latrine” propri collaboratori non solo non viene sanzionato ma addirittura promosso. Chiediamo giustizia, in nome dei lavoratori della sede di Brindisi che si sono esposti confidando in un’amministrazione che li avrebbe dovuti tutelare e lo chiediamo in nome dell’equità e della trasparenza, che sono sempre meno tratti distintivi dell’attuale management dell’INPS. Siamo pronti a sostenere con ogni mezzo i lavoratori della sede di Brindisi e di ogni altra sede si ribellino alle angherie subite.