Il clima impietoso dei giorni scorsi non ha fermato i circa 170 ispettori di vigilanza dell’INPS, provenienti da quasi tutti i territori, che hanno partecipato all’assemblea nazionale convocata da CGIL – FIALP-CISAL – USB presso la Sala Aldo Moro della Direzione Generale a Roma.
E’ stata un’assemblea vera, senza tesi precostituite o pacchetti di proposte da far digerire ai lavoratori. Il confronto è stato franco e costruttivo e l’occasione, ne siamo certi, non è andata perduta, perché dalla discussione è uscita una piattaforma, riassunta nella mozione finale che alleghiamo al comunicato, che sosterremo con convinzione al tavolo del confronto sindacale.
No ad un corpo unico degli ispettori di vigilanza, sì ad una maggiore autonomia dalla politica. Da qui si è partiti per sottolineare la funzione strategica svolta dalla vigilanza nel Paese, per combattere l’illegalità nel mondo del lavoro e difendere i diritti dei lavoratori.
Gli ispettori hanno evidenziato di avere le mani legate da piani di produttività sconclusionati, costruiti sulla base di liste inconcludenti che l’attività di intelligence, oggi sotto l’egida della KPMG, fornisce agli operatori, oltre a colpevoli ritardi accumulati nella stesura del verbale unico, previsto dalle recenti normative, che stanno ostacolando l’attività. E’ stata anche sottolineata la difficoltà a svolgere compiutamente il proprio lavoro per la mancanza di adeguate risorse economiche. Se a questo si aggiungono le recenti scelte organizzative avanzate dall’amministrazione, sia nella circolare N. 48/2011 che nella proposta di riorganizzazione dell’Area, ne esce un quadro disastroso che punta a ridurre l’intervento sul campo e a snaturare la funzione degli ispettori di vigilanza.
Stabilire una durata definita degli accertamenti per tipologie di attività è una scelta piuttosto grossolana, che non tiene conto della realtà che si può presentare all’ispettore al momento dell’accesso. Allo stesso modo premiare gli ispettori per gli accertamenti non contestati dall’impresa, significa indurli a sanzionare quel tanto che l’imprenditore è disposto a riconoscere e regolarizzare. Rispetto al contenzioso, gli ispettori di vigilanza hanno lamentato di non essere messi a conoscenza degli esiti dei verbali impugnati e delle cause conseguenti.
In sintesi, queste le richieste:
- Valorizzazione della funzione sociale dell’attività di vigilanza e maggiore autonomia dalla politica;
- Modifiche alla circolare N. 48/2011 e alla proposta di riorganizzazione presentata dall’amministrazione;
- Riconoscimento di una specifica Unità Organizzativa della vigilanza;
- Rivisitazione del sistema di classificazione dell’Area con la previsione di due soli livelli economici, uno d’ingresso e uno proprio della funzione;
- Armonizzazione dei diversi importi dell’indennità percepita dagli ispettori di vigilanza, annullando le differenze tra i diversi livelli economici;
- Previsione dell’indennità di funzione e dell’indennità di professionalità, come individuate nel documento finale della Commissione del 2007, attivando forme di finanziamento che utilizzino quota parte delle maggiori entrate contributive e delle sanzioni amministrative e civili legate all’attività di vigilanza, la riduzione delle consulenze esterne. Solo in caso di risposta negativa da parte del governo, si ricorrerà al Fondo di Ente.
Adesso la discussione passa al tavolo sindacale nazionale, dove proporremo la piattaforma concordata e dove dovrà arrivare il sostegno di tutti gli ispettori di vigilanza che si ritrovano nei contenuti della mozione finale dell’assemblea.
FP CGIL INPS FIALP - CISAL INPS USB PI