Al Presidente
Dr. Antonio Mastrapasqua
e, p.c. A tutti i lavoratori INPS
Oggetto: dichiarazioni pubbliche.
Signor Presidente, ci risiamo, dopo Bologna è la volta di Milano. Ancora non si è spenta l’eco delle sue dichiarazioni rilasciate nel corso dell’incontro avvenuto a Bologna il 23 aprile scorso con le rappresentanze sindacali regionali, dichiarazioni sulle quali torneremo in seguito, che ci viene riferito di un altro incontro avvenuto a Milano il 18 giugno.
Sembra che, parlando alle organizzazioni sindacali regionali dell’INPS della Lombardia, lei abbia affermato che se il contratto integrativo di ente 2009 non è stato ancora certificato dai ministeri vigilanti, la colpa è dei sindacati nazionali. Da quanto riferitoci, lei avrebbe inoltre raccontato di aver messo le dimissioni sul tavolo del ministro Tremonti, minacciando di andarsene se non si fosse provveduto alla restituzione delle somme decurtate al Fondo INPS dal DL 112/2008, trasformato in Legge 133/2008, rivendicando, quindi, un ruolo determinante nella salvaguardia del Fondo di ente. Sicuramente un gesto nobile. Tuttavia le ricordiamo che il Fondo ha comunque subito parziali tagli, che potrebbero risultare addirittura più consistenti, ovviamente speriamo di no, in fase di certificazione definitiva.
Questa volta, contrariamente a quanto accaduto a Bologna, sembra che abbia graziato la tecnostruttura per rovesciare i suoi strali quasi esclusivamente sui sindacati nazionali, colpevoli di remare contro e di non voler fare gli accordi integrativi in tempo utile. Sembra, infatti, che abbia raccontato che nella fase del suo insediamento in qualità di Presidente dell’Istituto volesse chiudere il contratto integrativo ad inizio anno e che siano stati i sindacati ad impedirglielo. Se è vero quanto riportato, Signor Presidente, lei omette di considerare una parte importante che è alla base della negoziazione del contratto integrativo: le risorse economiche. Nessuna organizzazione sindacale che voglia definirsi tale sarebbe disposta a contrattare un accordo economico senza conoscere i fondi a disposizione, fondi che troppo spesso l’amministrazione ha quantificato nella seconda parte dell’anno, mentre l’aumento della produttività è richiesto con precisione svizzera. Hanno sbagliato, quindi, le organizzazioni sindacali ad avere senso di responsabilità se quella descritta è la considerazione che lei ha del ruolo del sindacato.
Abbiamo infine appreso che nell’incontro di Milano ha indossato anche i panni del politico, quando sembra abbia affermato che nella manovra del governo non c’è nemmeno 1 euro in meno per la spesa sociale. Non sappiamo se lei ritenga le pensioni una spesa sociale o meno, ma l’introduzione della finestra mobile, nel ritardare l’uscita dal lavoro, farà diminuire la spesa pensionistica, per non parlare poi dell’innalzamento dell’età necessaria per la pensione di vecchiaia delle lavoratrici pubbliche, che a partire dal 2012 sarà elevata a 65 anni. E chissà quanto inciderà sulla spesa sociale e sui servizi il taglio di risorse previsto dalla manovra nei confronti delle amministrazioni locali, con costi che graveranno sui cittadini in termini di aumento dei tributi.
Ma torniamo all’incontro del 23 aprile a Bologna. In quell’occasione, Signor Presidente, tra le varie affermazioni a lei attribuite in un resoconto delle organizzazioni sindacali regionali, datato 27 aprile 2010, ce n’è una di estrema gravità. Ci riferiamo al punto del documento sindacale dove si riferisce che lei avrebbe affermato di aver inviato l’Audit alla DCSIT, dove si sarebbe appurato che alcuni soggetti, anche sindacali, tra quelli che fanno la voce grossa contro le esternalizzazioni, hanno in realtà interessi in ballo con le ditte esterne.
Abbiamo atteso il tempo necessario per darle modo di smentire ufficialmente quanto riportato nel documento sindacale o per compiere i necessari passi formali presso la Procura della Repubblica. Il tempo è scaduto, Signor Presidente. Pertanto le annunciamo formalmente che sarà nostra cura segnalare alla Procura della Repubblica il testo del comunicato sindacale del 27 aprile scorso, perché si accertino i fatti ed eventuali responsabilità, per tutelare pienamente l’immagine dell’organizzazione sindacale che rappresentiamo, la nostra onorabilità e quella degli iscritti alla RdB-USB Pubblico Impiego INPS.
Roma, 30 giugno 2010
p. RdB-USB Pubblico Impiego INPS
Luigi Romagnoli