Siamo al terzo e conclusivo comunicato sul mansionismo. I precedenti sono stati diffusi il 13 febbraio e il 2 marzo del corrente anno.
Senza dilungarci troppo, possiamo affermare che l’impegno sindacale della RdB prima e della USB poi, insieme alle lotte intraprese dai lavoratori dell’INPS, hanno portato negli anni a risultati concreti nella lotta al mansionismo.
Alla fine del 2001 le aree A e B risultavano praticamente svuotate. Soltanto il blocco delle retribuzioni e dei passaggi di area, deciso dai diversi governi negli anni successivi, ha impedito che all’INPS si realizzasse in concreto anche se non formalmente l’area unica, che avrebbe fatto superare le incomprensibili differenze economiche e funzionali che ancora esistono, a fronte di un’organizzazione del lavoro orizzontale, in cui tutto il personale è chiamato ad operare in autonomia e professionalità.
Attraverso il TEP e il SAP all’INPS e l’art. 23 all’INPDAP, si è cercato di rispondere almeno economicamente alle giuste rivendicazioni delle lavoratrici e dei lavoratori, con particolare attenzione a quelli delle aree A e B. Anche nell’ultimo contratto integrativo 2017, firmato da USB, è stato inserito un riconoscimento economico per i lavoratori collocati ad A3 e B3 già prima delle selezioni 2016 e per questo esclusi dai passaggi economici, persistendo il blocco dei passaggi da un’area all’altra anche per l’inerzia dei vertici dell’ente.
E’ sacrosanto che i lavoratori continuino a rivendicare un giusto inquadramento e noi li sosteniamo in questa rivendicazione, ma non si possono tuttavia negare i risultati ottenuti, per giunta tra mille difficoltà.
La soluzione al problema a nostro avviso resta l’area unica e su questo chiamiamo i lavoratori e le altre organizzazioni sindacali al confronto e alla verifica. In ogni caso, con il contratto integrativo del 2018 abbiamo l’obbiettivo di concludere il percorso iniziato alcuni anni fa e interrotto per i motivi che abbiamo spiegato, arrivando a collocare tutto il personale delle aree A e B ad A3 e B3. Se all’interno del prossimo contratto collettivo non dovesse realizzarsi il nostro progetto di area unica, diventerebbe indispensabile modificare le norme del D.Lgs. 165/2001, previste dalla Riforma Brunetta, permettendo che i passaggi da un’area all’altra possano avvenire con selezioni interne e riconoscendo la professionalità come elemento utile a superare la mancanza del titolo di studio richiesto per l’accesso all’area.
Nel frattempo proseguiamo anche nel percorso che abbiamo avviato per il riconoscimento delle mansioni effettivamente svolte. Nel corso dell’assemblea in videoconferenza di domani, 15 marzo, spiegheremo la seconda fase del percorso, che dovrà portarci ad un appuntamento nazionale in previsione del rinnovo del contratto collettivo.
La nostra lotta contro il mansionismo e contro lo sfruttamento dei lavoratori continuerà e speriamo di avere sempre di più il vostro appoggio per raggiungere risultati positivi.