Qualche direttore regionale lo aveva annunciato da tempo – “Dopo le selezioni sarò io a decidere a chi assegnare le posizioni organizzative, indipendentemente dalla graduatoria dei bandi per C4”. Oggi l’amministrazione esce definitivamente allo scoperto e, nell’incontro del 2 marzo, ci ha consegnato un documento con la proposta di modifica del Regolamento d’Organizzazione, per poter assegnare le posizioni organizzative al personale dell’Area C, indipendentemente dal livello economico di appartenenza. Qualche componente della Delegazione trattante ha voluto sottolineare che diversi lavoratori capaci non si sono collocati in posizione favorevole nelle graduatorie per C4, mentre tra i vincitori ci sarebbero lavoratori che non meriterebbero il passaggio.
Non è un ragionamento che possiamo accettare ed arriva a cose fatte. Dov’era l’amministrazione quando sono stati concordati i criteri per le selezioni interne? Tra gli scontenti, dobbiamo così annoverare anche i dirigenti, ai quali non è andato proprio giù che gli è stato sottratto ogni strumento di discrezionalità. Oggi invocano l’applicazione del CCNL 2006-2009 che, seppure all’Art. 16 prevede sia possibile assegnare le posizioni organizzative nell’ambito dell’Area C, aggiunge tuttavia che la scelta va fatta sulla base degli ordinamenti dell’Ente e in relazione alle esigenze di servizio. Occorrerebbe, quindi, prima definire un nuovo ordinamento professionale con il contratto integrativo quadriennale 2006-2009, e solo successivamente si potrebbero determinare le condizioni per un coinvolgimento dell’intera Area C. In questo caso si lascerebbero scoperte per chissà quanto tempo molte posizioni funzionali. Ma chi è disposto a seguire l’amministrazione su questo terreno? Certamente la CGIL, che nell’incontro del 2 marzo si è dichiarata favorevole a tale proposta, continuando a perseguire un disegno iniziato con il contratto integrativo 2006, nel quale la stessa CGIL quasi impose che le posizioni organizzative fossero assegnate anche ai C3, ovviamente con il solo riconoscimento dell’indennità e non della differenza stipendiale con il C4. Un disegno che a nostro parere penalizza i lavoratori, obbligandoli ad un mansionismo non retribuito, a tutto vantaggio dell’amministrazione, che può scorrere così la graduatoria degli idonei al concorso a C4 per assegnare le posizioni organizzative scoperte, mentre se non ci fosse la norma introdotta dall’integrativo 2006, sarebbe costretta ad aumentare il numero di passaggi a C4, non potendo lasciare scoperte le funzioni per troppo tempo.
Oggi si vuole perseverare nell’errore ed aprire a tutta l’Area C, col rischio di alimentare la contrapposizione tra i lavoratori. Non comprendiamo quali siano le finalità della CGIL, ma riteniamo avventato il percorso intrapreso. C’è il rischio di emarginare gran parte dei lavoratori dell’Ente che ancora hanno tanto da dare e da dire professionalmente, svilendone le aspettative e demotivandoli. Noi vogliamo trovare la giusta misura per guardare a tutti i lavoratori, giovani e meno giovani, laureati e non, spegnendo gli egoismi personali nell’interesse collettivo. C’è un contratto integrativo 2006 che non ci piace, ma vigileremo perché sia applicato quello e non altro, certamente non l’invenzione dell’ultima ora di qualche dirigente frustrato in cerca di riscatto e di ruolo.