Con una sentenza chiara ed ineccepibile il tribunale ha condannato la Direzione dell’INPS di Monza per comportamento anti-sindacale, accogliendo in toto le ragioni alla base del ricorso ex art. 28 presentato dalle OO.SS. di sede, ad eccezione della Cisal.
Ancora una volta la materia del contendere è il diritto di assemblea, che questa Amministrazione a vari livelli sta tentando in tutti i modi di limitare, se non negare del tutto. Questa volta il tentativo è andato a vuoto: la sentenza afferma in modo inequivocabile che il diritto di assemblea non è nella disponibilità del datore di lavoro.
Subisce una sonora sconfitta la linea ispirata e rivendicata dal Direttore regionale, Giuliano Quattrone, che porta tutta intera la responsabilità di questo esito negativo per l’Amministrazione, di cui la Direttrice di Monza, oramai pensionata, è stata fedele esecutrice.
Una violazione così plateale della normativa vigente in fatto di diritto di assemblea stride in modo clamoroso con il continuo e condivisibile richiamo del direttore regionale al rispetto delle regole; evidentemente questo principio vale solo quando non è coinvolta la direzione regionale.
Non sappiamo se questa posizione sia avallata dalla Direzione Generale; dati i precedenti, non ci sorprenderebbe scoprire che “il pensatore di ultima istanza” della linea “negazionista” sia proprio Ciro Toma, direttore centrale delle risorse umane, che quando sente parlare di assemblee sindacali evidentemente perde la testa.
Incurante della prevedibile sconfitta in sede giudiziale, il direttore regionale ha messo in atto un maldestro e fallito tentativo di colpire il diritto di assemblea, sottoponendo alle OO.SS. regionali un’ipotesi di accordo sulle assemblee sindacali (vedi allegato) a dir poco imbarazzante e giudicata irricevibile da tutti i rappresentanti sindacali, in un raro momento unitario, perché quando è troppo è troppo!
Si trattava (ne parliamo al passato perché è stata ritirata!) di un’ipotesi di accordo impraticabile, dal momento che la materia delle assemblee sindacali è regolata da normative e accordi nazionali non derogabili a livello locale, e nel merito chiedeva ai sindacati di firmare una sorta di condanna a morte delle assemblee, dal momento che tale accordo avrebbe escluso dalla partecipazione il personale addetto alla sportelleria e ai servizi con l’utenza.
Rimane il fatto che questi tentativi di colpire il diritto di assemblea, che ricordiamo è un diritto che appartiene ai lavoratori oltre che alle OO.SS., stanno creando un clima di tensione all’interno della regione, di cui per la verità non si avverte proprio la necessità, e fanno emergere forti perplessità sull’attuale conduzione della sede regionale, rispetto alla quale come USB auspichiamo una scelta di forte discontinuità.
Coordinamento regionale USB INPS Lombardia