L’INPS rinnova la commessa alla TEMPOR per l’attivazione dei contratti interinali, guardandosi bene dall’informare i sindacati a livello nazionale. Questa forma di acquisizione temporanea di lavoratori sta diventando ormai una consuetudine, mentre dovrebbe rappresentare un’eccezione a cui ricorrere solo in particolari momenti legati ad urgenti esigenze produttive, non risolvibili in altro modo. In ogni caso l’impiego di lavoratori interinali dovrebbe essere circoscritto a lavori di acquisizione, mentre non è raro che a quei lavoratori siano affidati anche altri compiti, compresa l’attività di informazione all’utenza.
E’ l’INPS per primo, quindi, ad abusare nell’impiego di tali lavoratori, travalicando con ogni probabilità quelli che sono i contenuti del capitolato d’appalto, che non ci è dato di conoscere a causa di quella mancanza di trasparenza nelle esternalizzazioni che è diventata una strana regola consolidata nella gestione dell’Istituto.
Non c’è da meravigliarsi, quindi, se l’INPS non attui alcun controllo su come la TEMPOR tratti i lavoratori interinali e su come l’azienda si regoli rispetto alla conferma o meno di tale personale alla scadenza del periodo di contratto. Ci è stato segnalato da più parti che la TEMPOR non ha rinnovato l’assunzione a chi è stato assente per malattia, anche se per brevi periodi. In maggioranza sembra si tratti di donne, come al solito le più colpite. Bisognerebbe spiegare alla TEMPOR che in un qualsiasi rapporto di lavoro ci sono degli eventi di malattia che prevedono, in questi casi, la tutela del lavoratore. Ma oggi, purtroppo, la legge dei padroni non va troppo per il sottile e le uniche tutele che riconosce sono quelle legate al proprio profitto.
Diciamocelo con franchezza, queste assunzioni di interinali sono anche un mercato clientelare nel quale chi riesce piazza i propri figli, parenti e conoscenti. E questo non ci piace. Ma l’INPS fa finta di niente, per la probabile scusa di non essere direttamente responsabile dei singoli rapporti di lavoro e, di conseguenza, non esercita alcuna pressione sull’azienda che lascia a casa dei lavoratori solo perché è capitato loro di ammalarsi. Che pena e che vergogna per l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale!!!
A noi invece la sorte di quei lavoratori precari interessa, perché non possiamo permettere a nessuna azienda, soprattutto se ha a che fare con l’INPS, di comportarsi come il peggiore dei padroni, approfittando della condizione subalterna dei lavoratori precari, mettendoli alla porta senza tanti complimenti. Non permetteremo all’INPS di cavarsela facendo spallucce e incalzeremo l’Ente sulle responsabilità dirette ed indirette.