Lo abbiamo detto e scritto dal primo momento in cui è stata avviata l’integrazione dell’INPDAP e dell’ENPALS con l’INPS: i costi di quel processo non devono essere scaricati sui lavoratori. Invece dalle tabelle consegnate dall’amministrazione al termine del confronto tecnico sull’integrazione si comprende che la parificazione delle retribuzioni produrrà a regime un arretramento della retribuzione complessiva. Non firmeremo mai un accordo del genere.
L’amministrazione ha riconosciuto ai lavoratori dell’INPDAP l’anticipo mensile dell’incentivo pari a € 90,00 da gennaio 2013 ma non ha esteso parallelamente a tutti l’Art. 23 dell’INPDAP, che risulta essere mediamente superiore alla somma degli istituti fissi mensili del salario accessorio dei lavoratori dell’INPS e dell’ENPALS. E’ evidente che questo non si è fatto per mancanza di adeguate risorse economiche e per non far crollare l’importo dell’incentivo. La coperta così com’è è corta e non copre tutti.
Se non saranno date precise garanzie in merito alla parificazione complessiva delle retribuzioni e alla tenuta delle stesse, USB dall’inizio del 2014 promuoverà iniziative di protesta che avranno come obiettivo il blocco del processo d’integrazione e il crollo della produttività dell’ente.
PRESENTAZIONE FONDO SIRIO ALL’INPS
INIZIATIVA DI CATECHISMO SULLA PREVIDENZA PRIVATA
E’ presentata come una videoconferenza ma in realtà non ci sarà possibilità d’intervenire dalle sedi. Quello che andrà in scena all’INPS oggi pomeriggio sarà quindi il tentativo (peraltro inutile) di catechizzare i lavoratori sulla “opportunità” di iscriversi al Fondo di previdenza complementare Sirio.
La previdenza privata, in nome della quale si vorrebbe scippare il TFR ai lavoratori, è fallita nel privato quanto nel pubblico impiego. Se ne facciano una ragione i sindacalisti in pensione, riciclati come venditori porta a porta dei Fondi. La loro lezioncina, imparata a memoria e supportata da slides illustrative, non riesce a fare fesso nessuno.
Si vergognino, piuttosto. Hanno svenduto il sistema previdenziale pubblico in nome dell’interesse a gestire le risorse dei Fondi di pensione. Gli è andata male. Perché in nome della trasparenza non dicono quanti lavoratori hanno finora aderito al Fondo Sirio e quanti sono i costi di gestione del Fondo?
Lo scorso 22 ottobre abbiamo impedito lo svolgimento della videoconferenza di presentazione del Fondo Sirio. Era nostro dovere farlo, in nome della difesa e del rilancio della previdenza pubblica per la quale ci battiamo come sindacato e prima ancora come lavoratori dell’INPS. Oggi lasceremo che vada in scena questa squallida e inutile commedia, perché la nostra lotta è seria e mai scontata e le modalità di condurla le decidiamo noi, senza farcele imporre da altri.