Alla vigilia di un nuovo incontro con i vertici dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL), previsto per questa mattina, riteniamo sia opportuno fare il punto della situazione anche con riferimento alle disposizioni normative che hanno dato l’avvio all’Ispettorato Nazionale del Lavoro e alla circolare n. 2/2017 dell’INL.
Quando a dicembre del 2014 fu prevista l’istituzione dell’Agenzia Nazionale della Vigilanza dalla Legge 183, meglio conosciuta come Jobs Act, denunciammo da subito l’intenzione del potere politico di mettere sotto tutela l’attività ispettiva per togliere autonomia ad enti come INPS e INAIL e salvaguardie ai lavoratori.
L’Ispettorato Nazionale del Lavoro è infatti tutto interno alla logica di quella riforma del lavoro, che ha portato ad una totale deregolamentazione del mercato del lavoro.
Il controllo politico della vigilanza ispettiva significa nei fatti che la vigilanza potrà essere indirizzata secondo la convenienza politica, per esempio su piccole aziende “etniche” piuttosto che sul verminaio della logistica o su quelle cooperative tanto care al ministro Poletti, dove i diritti dei lavoratori sono quotidianamente violati.
Al contrario, proprio in una fase storica come l’attuale, dove le condizioni di vita nei luoghi di lavoro peggiorano di giorno in giorno, l’attività di vigilanza avrebbe ben dovuto svolgere il ruolo sociale di tutela dei lavoratori.
Ma per questo ci sarebbe voluta un’altra riforma, che investisse in tecnologia informatica e in personale, incrementando l’organico degli ispettori di vigilanza, che risulta complessivamente inadeguato a fronteggiare un numero proporzionalmente esagerato di aziende. L’Ispettorato nasce invece a costo zero. Così la dirigenza dell’INL ha giocato la carta del coinvolgimento delle organizzazioni sindacali nella stesura della circolare di avvio dell’attività, anche in assenza dei decreti attuativi e di un protocollo tra INL e INPS e INAIL.
USB rifiuta questa logica e indice lo stato di agitazione di tutto il personale ispettivo ed amministrativo della vigilanza, denunciando:
- la mancanza di fondi per finanziare la perequazione delle retribuzioni tra personale dell’INL e ispettori di vigilanza di INPS e INAIL;
- l’indebolimento delle ispezioni lavoristiche attraverso l’impiego di un terzo degli ispettori del lavoro nelle aree previdenziale ed assicurativa;
- la formale rinuncia all’ispettore unico attraverso l’istituzione di tre distinte aree della vigilanza;
- la perdita di autonomia degli ispettori di INPS e INAIL e il rischio di una mortificazione della loro professionalità in un sistema organizzativo ingessato ed eccessivamente burocratizzato.
L’Ispettorato mostra sin dal suo avvio i difetti che ne impediranno il funzionamento compromettendo la tenuta e l’efficacia dell’attività ispettiva.
USB promuoverà un appuntamento pubblico al quale saranno invitati a partecipare non solo gli ispettori e il personale amministrativo della vigilanza dell’INL, dell’INPS e dell’INAIL, ma lavoratori del privato e del pubblico impiego, cittadini, politici, giuristi, per discutere come impedire che sia definitivamente smantellata l’attività di vigilanza nel Paese.
Roma, 31 gennaio 2017
USB PUBBLICO IMPIEGO
USB INL-MDL-INPS-INAIL
Al Presidente
Prof. Tito Michele Boeri
Al Direttore generale
Dott.ssa Gabriella Di Michele
Al Direttore centrale Risorse Umane
Dott. Sergio Saltalamacchia
e, p.c.
Al Dirigente l’Ufficio Relazioni Sindacali
Dott. Domenico D’Iorio
Oggetto: Indizione stato di agitazione e richiesta incontro su Vigilanza.
La scrivente organizzazione sindacale comunica l’indizione dello stato di agitazione degli ispettori di vigilanza dell’ente e chiede la convocazione del tavolo sindacale sulle problematiche legate all’espletamento dell’attività di Vigilanza prima della sigla del protocollo tra INL, INPS e INAIL.
Roma, 31 gennaio 2017 p. USB Pubblico Impiego INPS
Luigi Romagnoli