Non sono i 74 del dato iniziale fornito dall’amministrazione il giorno dello sciopero, ma alla fine 29 dirigenti dell’INPS risultano aver partecipato allo sciopero generale del 18 ottobre proclamato da USB, CUB e COBAS, a cui ha aderito l’ANMI-FeMEPA INPS. Un dato significativo, che spezza il monopolio di CGIL-CISL-UIL in quella specifica area e dimostra la credibilità conquistata dalla USB e il positivo rapporto con l’Associazione nazionale dei medici INPS. Molto nutrita anche la partecipazione tra professionisti e medici: in 300 hanno partecipato allo sciopero.
L’amministrazione ha fornito i dati definitivi che indicano in 5.368 il numero complessivo di scioperanti all’INPS. Gli assenti a vario titolo sono stati 5.625, i presenti 21.109. Anche se i dati forniti dall’amministrazione nelle prime ore risultano puntualmente ritoccati al ribasso nelle settimane successive, il numero di partecipanti allo sciopero del 18 ottobre è nel complesso rilevante e assume caratteristiche plebiscitarie in alcune realtà territoriali.
La media nazionale del 20,27% (calcolata sui presenti) è superata nettamente nelle seguenti sedi: LUCCA (90,91%); LECCO (84,17%); DR MOLISE (78,95%); CAMPOBASSO (75,00%); CREMONA (63,57%); PRATO (63,04%); AOSTA (57,53%); LODI (51,72%); POTENZA (48,31%); BRESCIA (43,54%); CROTONE (43,48%); NOVARA (41,23%).
Risultano sopra la media nazionale: PISA (38,81%); NUORO (38,46%); PAVIA (38,04%); L’AQUILA (32,32%); BOLOGNA (31,41%); TARANTO (30,70%); RAVENNA (29,87%); TORINO (29,58%); ROMA FLAMINIO (29,43%); RIETI (29,21%); ENNA (29,07%); SAVONA (28,57%); COSENZA (28,57%); ORISTANO (28,57%); MODENA (28,51%); FIRENZE (28,46%); AREZZO (28,46%); TRIESTE (27,10%); MONZA (26,80%); REGGIO EMILIA (26,75%); RIMINI (26,71%); TRENTO (26,67%); CAGLIARI (26,06%); FERRARA (25,88%); NAPOLI (24,86%); FERMO (24,44%); ROMA EUR (23,94%); SIRACUSA (23,33%); REGGIO CALABRIA 23,12%); DR SARDEGNA (23,19%); TREVISO (22,79%); MILANO (22,43%); SASSARI (22,11%); MACERATA (21,90%); GENOVA (21,21%); VERONA (21,05%); CATANIA (20,83%); MASSA CARRARA (20,78%); PIACENZA (20,35%).
In Direzione generale hanno superato la media nazionale i seguenti uffici: DC PIANIFICAZIONE E CONTROLLO (29,63%); UFFICIO STUDI E RICERCHE (28,57%); DC PRESTAZIONI A SOSTEGNO DEL REDDITO (20,99%).
Non abbiamo voluto stilare la lista dei più bravi, perché ovunque è stato fatto il massimo sforzo per la riuscita dell’iniziativa, ma questi dati indicano visivamente come all’INPS lo sciopero generale del 18 ottobre abbia assunto caratteristiche di massa, per di più a distanza di pochi mesi dallo sciopero promosso dalla USB INPS il 3 luglio scorso, che registrò un’ampia partecipazione.
Le lavoratrici e i lavoratori dell’ente hanno compreso l’importanza della posta in gioco e sono disponibili a lottare contro il grave attacco a cui il sistema previdenziale pubblico del Paese è sottoposto da anni e contro il progetto di smantellamento dell’intero Stato sociale. Il 18 ottobre chi ha scioperato lo ha fatto a sostegno di una Piattaforma generale della USB che chiede:
- l’intervento dello Stato per un piano di grandi opere sociali (messa in sicurezza del territorio, delle scuole, valorizzazione del patrimonio artistico, rilancio della ricerca pubblica, reinternalizzazione dei servizi nel pubblico impiego ecc.), per offrire una concreta opportunità di occupazione ai giovani e promuovere una via di uscita dalla crisi attraverso una politica di grande attenzione alle problematiche sociali;
- il ripristino della pensione d’anzianità e l’abbassamento dell’età per quella di vecchiaia, ponendo la questione previdenziale tra i principali temi da affrontare;
- l’immediata apertura delle trattative per il rinnovo dei contratti dei lavoratori del pubblico impiego, bloccati ormai dal 2009 e non si sa per quanti anni ancora, evidenziando un problema di impoverimento degli stipendi. Su questo punto USB Pubblico Impiego nei giorni precedenti allo sciopero ha presentato ufficialmente all’Aran una proposta di piattaforma contrattuale, accompagnandola con una forte iniziativa di protesta.
Dentro questi temi generali trovano spazio le vertenze aperte all’INPS e diventa ogni giorno più evidente la distanza con le altre organizzazioni sindacali, che quando agiscono lo fanno per rispondere o contrastare le nostre iniziative, spesso facendo da parafulmine all’amministrazione.