Terzo giorno di presidio organizzato dalla USB Pubblico Impiego davanti alla sede del Ministero dell’Economia, in via XX settembre a Roma, per impedire che si taglino di 300 euro mensili le retribuzioni dei dipendenti dell’INPS e che si privatizzino numerosi servizi erogati dall’ente previdenziale. Riprende oggi e domani il black out informatico e in tutte le sedi si terranno spenti i pc per protesta, tranne che agli sportelli per dare informazioni ai cittadini.
Massimo Briguori, dell’Esecutivo nazionale USB INPS, fa il punto della situazione: “Dal 26 settembre, giorno in cui abbiamo appreso la notizia del taglio di 94 milioni delle retribuzioni, sta andando avanti nelle sedi dell’INPS una protesta ininterrotta con assemblee, blocco dell’attività informatica e lavorativa. Da tre giorni a Roma abbiamo iniziato un presidio permanente davanti al MEF, perché è da lì che è partita la richiesta di tagliare le retribuzioni dei dipendenti dell’ente previdenziale, bocciando il piano di risparmi presentato dall’INPS per rispondere alle richieste contenute nella Legge di stabilità 2013”.
“E’ in atto un attacco contro i lavoratori dell’INPS e contro le funzioni dell’ente – denuncia il dirigente sindacale della USB – attacco che siamo decisi a bloccare in tutti i modi. Oggi e domani in tutti gli uffici dell’INPS i pc saranno spenti per protesta”.
“Dal presidio di Roma lanciamo la proposta di organizzare manifestazioni e assemblee regionali in tutti i territori – conclude Briguori – e poi il 18 ottobre tutti a Roma per partecipare alla manifestazione nazionale e allo sciopero generale organizzato dalla USB e da altre organizzazioni del sindacalismo di base. I lavoratori dell’INPS hanno molti motivi per aderire alla mobilitazione”.