Questa mattina i dirigenti INPS di I e II fascia si riuniranno presso l’Hotel Sheraton Parco de’ Medici a Roma per un incontro con il presidente e il direttore generale dell’Istituto.
Appuntamenti come quello di oggi coincidono solitamente con importanti cambiamenti, talvolta dettati dall’agenda politica, come è stato a giugno del 2009, all’indomani dell’intervento sulla dirigenza pubblica da parte dell’allora ministro Brunetta, in altre occasioni tali riunioni si legano a profondi cambiamenti dell’assetto organizzativo dell’Istituto, come accaduto a gennaio del 2016 quando Boeri e Cioffi presentarono alla dirigenza dell’INPS il loro piano di riorganizzazione attuato di lì ad un anno dopo le dimissioni di Cioffi e la nomina del nuovo direttore generale.
In tali occasioni la USB non ha mai fatto mancare la propria voce e il proprio contributo nell’interesse dei lavoratori dell’Istituto e della funzione che l’Istituto stesso svolge nel Welfare nazionale. Anche stavolta, quindi, vogliamo dire la nostra rivolgendoci innanzitutto ad una dirigenza che appare sempre più divisa in fazioni contrapposte e preoccupata più della propria personale sorte che di quella complessiva dell’Ente. Non siamo così ingenui dal pensare che basti un nostro appello a far superare le evidenti divisioni, ma proviamo ugualmente a richiamare tutti ad una maggiore generosità collettiva, mettendo al primo posto l’interesse dell’Istituto e non il proprio. Oggi probabilmente sarà presentato il piano di riorganizzazione scaturito da un processo di condivisione con la dirigenza generale.
Abbiamo chiesto al prof. Tridico di essere il presidente di tutti e di restare estraneo alle cordate costruite in base a schieramenti sindacali, politici o legati alla propria storia professionale. Abbiamo più volte rappresentato al presidente che l’INPS non è un ministero perché diversamente da quel tipo di struttura ha competenze e responsabilità diffuse avendo abbracciato da tempo un’organizzazione del lavoro orizzontale con poche funzioni di coordinamento dell’attività. L’INPS è regolamentato dalla Legge N. 88/1989 che ha trasformato l’Istituto in azienda riconoscendone le peculiarità e la particolarità dei compiti rispetto ad altre amministrazioni pubbliche. A nostro avviso è necessario ripartire da lì, evidenziando come il calderone del comparto Funzioni Centrali, nel quale sono confluiti oltre all’INPS anche altri settori pubblici come i Ministeri e le Agenzie Fiscali, non risponda alle specificità organizzative e funzionali dell’Istituto. Ci aspettiamo dagli organi una netta presa di posizione nei confronti degli attuali interlocutori di governo, per restituire all’INPS l’autonomia e le particolarità riconosciute da quella legge. Probabilmente ci sarebbe bisogno di una nuova stagione legislativa per dotare l’Istituto degli strumenti normativi necessari ad assicurare maggiore funzionalità e dinamicità anche nelle politiche del personale. L’Istituto non può restare inchiodato a vincoli normativi che mortificano ad esempio la professionalità delle lavoratrici e dei lavoratori delle Aree A e B, ai quali viene chiesto il massimo contributo in termini di capacità e disponibilità senza avere in cambio il giusto riconoscimento economico e professionale, anzi, gli si chiede addirittura di formare i colleghi ma guai a rivendicare una certificazione delle mansioni effettivamente svolte. Anche su questo gli organi possono fare molto sensibilizzando la nuova governance dell’Aran e del Ministero della pubblica amministrazione per individuare la giusta soluzione contrattuale al problema del mansionismo.
In passato abbiamo contrastato aspramente le riorganizzazioni attuate dai precedenti presidenti dell’INPS Antonio Mastrapasqua e Tito Boeri, perché finalizzate alla parcellizzazione delle competenze e alla standardizzazione dei processi produttivi strizzando l’occhio all’esternalizzazione delle attività e dei servizi. Da tempo reclamiamo il ritorno all’organizzazione per processi e nessuno ci può dire che tale scelta non sia possibile per complicazioni organizzative. Al contrario, recuperare quel modello organizzativo favorirebbe un accrescimento professionale generalizzato e assicurerebbe servizi maggiormente tempestivi ed efficienti. Perché non c’è tale volontà?
Un ruolo importante deve tornare a svolgerlo la Formazione, che deve essere assicurata a tutti e funzionale al miglioramento dei servizi ed all’attività d’informazione e di comunicazione. Ben venga “la Scuola del Welfare” ipotizzata dal presidente, i cui costi andrebbero tuttavia chiariti meglio, ma si cominci da subito ad assicurare i livelli essenziali di formazione, ad esempio agli infermieri professionali che hanno l’obbligo di maturare annualmente un determinato numero di crediti formativi. Sia l’INPS ad organizzare la formazione di tale personale in orario di servizio ed in modo totalmente gratuito, perché l’aggiornamento professionale delle lavoratrici e dei lavoratori è utile al buon funzionamento del servizio.
Separare la funzione centrale dell’informatica dall’organizzazione è quantomeno necessario per rafforzare entrambe le strutture che sono colonne portanti dell’Istituto. Scellerata fu la scelta di Boeri di unire in un’unica direzione centrale le due strutture, scelta osteggiata in modo perentorio dalla sola USB. Avviare oggi una progressiva reinternalizzazione dell’informatica dell’Istituto equivale ad ottenere sicuri risparmi di spesa ed a far tornare le società esterne al ruolo di supporto e consulenza che gli è proprio, mentre da diversi anni l’INPS dipende in tutto e per tutto da quelle società non avendo potuto o voluto investire in professionalità interne. Assumere in breve tempo alcune centinaia d’informatici e investire nella formazione del personale interno sono i primi necessari passi per la reinternalizzazione di tale funzione. Alla struttura centrale dell’organizzazione bisogna assegnare il compito di disegnare l’INPS del futuro con una visione strategica di recupero delle funzioni previdenziali, oggi relegate a ruolo secondario rispetto a quelle di carattere sociale e assistenziale di sostegno al reddito.
Altra scelta organizzativa attuata da Boeri e da noi osteggiata è stata l’abolizione della direzione centrale gestione posizione assicurativa. Ancora oggi siamo dell’idea che occorrerebbe ripristinare la D.C. GPA, a maggior ragione perché circolano voci sull’intenzione della SOGEI di assorbire le posizioni assicurative dell’INPS. Che sia una notizia fondata o meno, mettere in sicurezza il conto assicurativo degli iscritti all’INPS è un obiettivo necessario.
Restituire all’Istituto il pieno controllo dell’attività di vigilanza e la possibilità di assumere nuovi ispettori cancellando il ruolo ad esaurimento previsto dal decreto che ha istituito l’INL favorirebbe la lotta al lavoro nero, al caporalato e contribuirebbe a stanare gli evasori, offrendo maggiori tutele ai lavoratori. Seguendo tali obiettivi andrebbe ripristinata una direzione centrale vigilanza.
Separare la spesa previdenziale da quella assistenziale è necessario per fare chiarezza una volta per tutte rispetto all’effettivo peso della spesa previdenziale sul PIL, anche se non è sufficiente. A nostro parere bisognerebbe togliere dalla spesa previdenziale il carico fiscale, perché sperequato rispetto a quello applicato in altri paesi della UE. Solo in tal modo si potrebbe effettivamente verificare la sostenibilità del sistema previdenziale ed agire di conseguenza, mentre negli ultimi decenni si è fatto costante allarmismo per giustificare l’assalto al sistema previdenziale pubblico.
L’attenzione al territorio non deve restare un proclama fine a sé stesso. Se da una parte insistiamo per mettere fine all’esperienza delle direzioni di coordinamento metropolitano, che non hanno apportato alcun beneficio ai territori in cui sono state costituite, dall’altra riteniamo necessario che le sedi declassate ad agenzie complesse tornino ad essere sedi dirigenziali. Vi sono agenzie distanti almeno trenta chilometri dalla filiale di coordinamento e territori come quello milanese in cui insiste una sola filiale. Ci aspettiamo che una riflessione complessiva su questi temi sia avviata al più presto e che la scelta di ripristinare Rossano come sede dirigenziale non resti isolata. Vogliamo salvaguardare la professionalità e l’esperienza dei funzionari che hanno diretto le agenzie ma al tempo stesso avvertiamo l’esigenza di restituire al territorio piena capacità decisionale.
Infine, non possiamo non affrontare il tema della contrattazione integrativa e dell’utilizzo delle risorse del Fondo di Ente. I soldi dei lavoratori non debbono essere spesi per finanziare l’organizzazione del lavoro dell’Istituto. Le posizioni organizzative e gli incarichi di direzione delle agenzie devono essere finanziati dall’amministrazione con il bilancio dell’Istituto. Sta agli organi trovare la giusta soluzione, noi abbiamo indicato alcune strade che ci si ostina a non prendere in considerazione. Allo stesso tempo respingiamo le minacce degli organi di controllo ministeriali ed interni sull’utilizzo di quelli che in gran parte sono soldi dei lavoratori perché derivanti dalla spesa storica per straordinari e turni e dalle quote di aumenti contrattuali finite nel Fondo anziché nelle tasche dei lavoratori. Nessuno si azzardi a toccare il TEP o ad ipotizzare il ritorno alle pagelline ed alla valutazione individuale in nome di una falsa meritocrazia. Non si debbono per forza lasciare vittime sul campo per giustificare il sistema di ripartizione del salario accessorio. Da chi ha il compito d’interloquire con gli organi esterni di controllo ci aspettiamo la strenua difesa delle scelte fatte con la contrattazione integrativa, perché l’INPS è una struttura complessa, l’INPS ha molteplici peculiarità, l’INPS… è un’altra cosa.
Sappiamo che molte delle cose da noi elencate sono nel programma d’interventi che vorrebbe attuare il prof. Tridico e questo ci conforta, perché finalmente si può avere un terreno comune di discussione con gli organi dell’Istituto. Tuttavia terremo gli occhi ben aperti per vedere quali scelte in concreto saranno assunte e quelle valuteremo.
Ci aspettiamo che la riunione di oggi dei dirigenti affronti queste ed altre tematiche e non solo l’eventuale balletto e rotazione di incarichi e poltrone.