Lo scorso 15 settembre i lavoratori dell’INPS sono stati chiamati da RdB/USB-Cgil-Uil-Cisal a pronunciarsi su un accordo programmatico, sottoscritto a luglio dalla sola Cisl, che prevede l’aumento dei carichi di lavoro, a fronte di una diminuzione degli organici, e maggiore discrezionalità nell’attribuzione del premio di produzione. Resta invece incerta l’entità delle risorse economiche disponibili per la contrattazione integrativa.
“I lavoratori hanno risposto con entusiasmo all’appello – afferma Luigi Romagnoli, coordinatore nazionale INPS della RdB/USB Pubblico Impiego – su 26.000 potenziali interessati, hanno partecipato alla consultazione oltre 15.500 e in 15.000 hanno bocciato l’accordo. Una risposta plebiscitaria, che pone un problema di validità di un accordo firmato da una minoranza e sconfessato dalla maggioranza dei lavoratori”.
“C’è voglia di democrazia e di partecipazione – prosegue l’esponente RdB/USB – i lavoratori comprendono che le recenti riforme che hanno interessato il Pubblico Impiego attaccano non solo i diritti dei lavoratori pubblici ma anche i servizi che le amministrazioni erogano. Per quanto riguarda l’INPS, lo si vorrebbe destinato ad assumere una funzione prevalentemente assistenziale e il processo di riorganizzazione in atto favorisce le esternalizzazioni dei servizi e priva una parte del territorio di una presenza così qualificata”.
Conclude Luigi Romagnoli: “Occorre ripartire da un rilancio della previdenza pubblica e porre all’attenzione della politica la questione salariale per impedire che in futuro si vada verso un impoverimento generalizzato. Il 1° ottobre saremo a Roma davanti alla Direzione Generale all’EUR con delegazioni di lavoratori dell’INPS che arriveranno da tutta Italia. Indosseremo magliette con la scritta Salviamo l’INPS, perché riteniamo indispensabile coniugare difesa della funzione dell’Ente e valorizzazione dei salari dei dipendenti”.