Icona Facebook Icona Twitter Icona Instagram Icona Telegram Icona Youtube Icona Rss

Comunicati USB INPS Coordinamento Nazionale

INTEMPERANZE ESTIVE. IL BERSAGLIO DELLA UIL E' TRIDICO

Nazionale,

Comunicato n. 75/19 In allegato l'Ordinanza del Tribunale di Roma e il comunicato della UIL

La USB non solo deve gestire una situazione oggettivamente difficile, dal momento che non è convocata ai tavoli sindacali per aver deciso di non sottoscrivere il CCNL del 12 febbraio 2018, ma in questi giorni è al centro di un attacco volgare e fuori controllo da parte di alcune sigle sindacali. Ha cominciato Confintesa con epiteti come “cialtroni” e “venditori di fumo”, ha proseguito ieri la UIL dell’INPS affermando che non diciamo la verità, colpiti dalla calura estiva. Le due organizzazioni sindacali mostrano innanzitutto codardia nel non esplicitare il nome del sindacato che stanno attaccando, ma dai loro “ragionamenti” si capisce benissimo. Noi siamo abituati ad andare dritti al punto, con coraggio e mettendoci la faccia.

A cosa si riferisce la UIL quando afferma che le nostre esternazioni non sono vere? Perché non lo spiega in modo esplicito? Tuttavia il succo del comunicato della UIL, intitolato “Comoda la vita!”, è l’affermazione che alla USB non spetta neanche il diritto all’informazione. Tale prerogativa, insieme al confronto e alla contrattazione, secondo quel sindacato deve essere riconosciuta solo alle organizzazioni sindacali che hanno firmato il  CCNL. La UIL rivendica con forza la clausola contrattuale contenuta nell’art. 7, comma 3 del CCNL, che stabilisce testualmente – “I soggetti sindacali titolari della contrattazione integrativa nazionale sono i rappresentanti delle organizzazioni sindacali di categoria firmatarie del presente CCNL” – Una norma contrattuale e non legislativa, che le parti contraenti avrebbero potuto cancellare come chiesto da anni dalla USB. Invece la UIL la vuole a tal punto che in due passaggi del volantino di ieri si rivolge direttamente al presidente dell’INPS, il quale ha apertamente dichiarato in più occasioni di volere relazioni sindacali aperte a tutti i soggetti sindacali rappresentativi, ricordandogli che anche l’informativa spetta solo e comunque ai sindacati firmatari di contratto.

Allora ci spieghi il segretario della UIL, laureatosi in scienze politiche all’Università “San Pio V” di Roma all’epoca delle lauree facili ottenute con un pugno di esami e tanti crediti riconosciuti, a cosa si riferisca l’art. 43, comma 12 del D. Lgs. 165 del 2001, norma legislativa e, quindi, di rango superiore a quella del contratto come dovrebbe sapere bene lui che ha studiato, norma che afferma testualmente – “A tutte le organizzazioni sindacali vengono garantite adeguate forme d’informazione e di accesso ai dati, nel rispetto della legislazione sulla riservatezza delle informazioni di cui alla legge 31 dicembre 1996, n. 675, e successive disposizioni correttive ed integrative”Alla USB, che all’INPS è il secondo sindacato per rappresentatività dopo la CISL, devono essere garantite o no adeguate forme d’informazione e di accesso ai dati, nel rispetto delle norme sulla privacy, come prevede la legge? Noi della USB ci rifiutammo all’epoca di usufruire di quei percorsi facilitati per il conseguimento della laurea presso gli atenei privati, perché siamo stati e restiamo fermi sostenitori del sistema scolastico pubblico e ci rifiutammo di foraggiare individualmente le università private. La coerenza, per USB, resta un valore. Tuttavia non occorre essere laureati per comprendere che la UIL difenda, con le unghie e con i denti, una norma autoritaria, al pari delle altre organizzazioni che hanno sottoscritto il CCNL e che difendono quella previsione contrattuale. Perché un’organizzazione sindacale non deve essere libera di scegliere se sottoscrivere o meno un accordo o un contratto secondo i contenuti e non secondo il ricatto inserito nello stesso contratto, che prevede come conseguenza l’esclusione dalle relazioni sindacali di ente?

Sì, il giudice del Tribunale di Roma ci ha dato torto in prima istanza, perché succede che i giudici non approfondiscano le cause che discutono e ad esempio affermino nelle loro sentenze, come accaduto nel nostro caso, che non siamo del tutto esclusi dai tavoli perché possiamo partecipare al livello territoriale di contrattazione, sorvolando sul fatto che lo possiamo fare attraverso i nostri eletti RSU, mentre ai livelli superiori di confronto, regionale e nazionale, non è prevista l’elezione diretta dei rappresentanti dei lavoratori e quindi restiamo esclusi. Prima di parlarne, come ha fatto la UIL, le sentenze andrebbero perlomeno lette.

Non è quindi la USB a minacciare, come afferma erroneamente la UIL nel suo comunicato, ma la stessa UIL, lanciando un chiaro avvertimento a Tridico invitandolo ad uniformarsi ai diktat contrattuali decisi dai firmatari del CCNL.  Noi tentiamo di ribellarci a quel sistema e per questo diamo fastidio. Le  vecchie organizzazioni sindacali, confederali od autonome che siano, che difendono i loro privilegi e il loro piccolo potere clientelare e consociativo,  vanno superate in nome di un vero rinnovamento che non deve attraversare ed interessare solo la politica ma anche la vita sociale e lavorativa. Noi ce la stiamo mettendo tutta. Dateci una mano a realizzare questo sogno di cambiamento.