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LA MANINA CHE CERCA DI MAIO E' QUELLA DI BUSACCA?

Nazionale,

Comunicato n. 61/18

La polemica su chi ha fornito i dati che parlano di una perdita annua di 8.000 mila posti di lavoro come conseguenza dell’emanazione del Decreto dignità si fa di ora in ora più rovente. Il giornale on line “Il Post.it” lo scorso 15 luglio riportava i contenuti di un articolo apparso il giorno prima su “la Repubblica” e ripercorreva le tappe della vicenda.

Il 2 luglio il Consiglio dei Ministri approva il Decreto dignità. Il Ministro del Lavoro chiede all’INPS una valutazione sulle conseguenze della norma e il 5 luglio arriva il parere. In questa prima nota tecnica non c’è nessun accenno all’eventuale perdita di posti di lavoro. Il Ministro condivide i dati con la Ragioneria generale dello Stato. La sera dell’11 luglio, sempre secondo quanto riferisce “Il Post.it”, il capo della segreteria tecnica del presidente Luciano Busacca invia una mail alla Ragioneria e all’ufficio legislativo del Ministero del Lavoro, contenente la seconda relazione tecnica, quella con la perdita di 8.000 posti di lavoro.

Chi ha commissionato l’approfondimento degli effetti sulla norma? Di Maio era a conoscenza della seconda relazione?

I dati forniti dall’INPS sono criticati da più parti e non solo dai due vice Presidenti del Consiglio Salvini e Di Maio. Si cerca la “manina” che ha infilato all’ultimo minuto la scheda nella relazione che accompagna il decreto, firmato il 12 luglio dal Presidente della Repubblica.

Boeri si trova al centro di un fuoco di fila di polemiche. Salvini lo invita ad andarsene visto che non condivide in toto la linea del governo. In effetti il presidente dell’INPS fin qui è stato fortemente critico con tutte le proposte riformatrici del governo, sia sulle pensioni che sul lavoro.

E se dietro Boeri ci fosse un preciso disegno politico? Il riavvicinamento repentino di certi esponenti politici di spicco della vecchia maggioranza di governo verso l’economista bocconiano è sospetto. Si faccia al più presto la governance dell’INPS e si mandi a casa Boeri.

 

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