«L’Inps considera inaccettabile l’ulteriore riduzione dei costi di funzionamento chiesta dal ministero dell’Economia nell’ambito della spending review».
E’ quanto si legge in una lettera inviata dal Presidente dell’Istituto, Antonio Mastrapasqua, ai Ministri del Lavoro e dell’Economia nella quale chiede un confronto tecnico immediato per giungere a soluzioni condivise che non finiscano per penalizzare cittadini e dipendenti.
La Ragioneria generale dello Stato, infatti, ha bocciato il piano di riduzione della spesa presentato dall'Istituto e ciò potrebbe portare, di conseguenza, a un drastico ridimensionamento delle retribuzioni dei lavoratori dell'Inps.
«E’ inaccettabilmente onerosa – si legge ancora nella missiva del Presidente dell'Istituto – la scelta tra il concreto rischio di dover ridurre la legittima remunerazione incentivante dei dipendenti dell’Istituto in un momento in cui si chiede loro uno sforzo particolare e l’inevitabile prospettiva di non poter assicurare una regolare e adeguata capacità di erogazione dei servizi».
Per tentare di scongiurare quest'infausta prospettiva, il Direttore gennerale, Mauro Nori, ha incontrato nella serata del 27 settembre scorso il Ragioniere generale dello Stato.
Intanto, le Federazioni nazionali sindacali del Pubblico Impiego di Cgil, Cisl, Uil e Cisal hanno dato il via allo stato di agitazione del Personale: il 2 ottobre scorso si sono svolte assemblee in tutti gli uffici dell’Istituto mentre il 4 ottobre ci sono state manifestazioni in tutte le sedi provinciali del Paese. Mentre il Coordinamento nazionale dell'Unione sindacale di base (USB Inps), nel plaudire all'iniziativa compatta e determinata dei vertici dell'Istituto (anche il CIV ha preso posizione contro il taglio delle retribuzioni), ha votato all'unanimità l'indizione di una serie di iniziative di protesta che, dal 3 al 18 ottobre prossimi, interesseranno tutte le Sedi dell'Istituto.
«Non permetteremo nessun taglio alle retribuzioni in godimento e nessuna ulteriore riduzione delle risorse destinate all’erogazione dei servizi previdenziali – hanno dichiarato i Segretari nazionali di Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Pa e Fialp-Cisal – Se c’è un taglio da fare è quello sulla spesa improduttiva e sulle risorse inutilizzate. Tagliare i finanziamenti ai progetti speciali è ingiusto e insensato – hanno aggiunto i segretari nazionali – in primo luogo perché si penalizzerebbero, a obiettivi raggiunti, lavoratori già sottoposti a blocco dei contratti. E’ uno scempio che va fermato, prima che metta in ginocchio i lavoratori, le famiglie e l’intero sistema di sicurezza sociale».