Alle lavoratrici e ai lavoratori dell’INPS
Carissim*,
in queste giornate siamo tutti impegnati ad esprimere il massimo della mobilitazione per impedire il taglio di 94 mln delle risorse dei progetti speciali, che avrebbe come conseguenza la decurtazione di ben 300 euro dalla retribuzione mensile. Ognuno sta attuando le forme di protesta che ritiene più opportune.
Tuttavia, una volta fermato il taglio dell’incentivo, e siamo sicuri che ci riusciremo, resteranno irrisolti ancora molti problemi e sarebbe sbagliato allentare la tensione nel momento in cui si è messa in moto una mobilitazione generale nell’Istituto.
Innanzitutto resterà da affrontare il nodo del finanziamento del processo d’integrazione di INPDAP e ENPALS con INPS. Servono almeno 45 mln per omogeneizzare le retribuzioni di tutti i lavoratori del nuovo INPS, uniformando le voci fisse e continuative del salario accessorio e gli incentivi. Dove saranno prese le risorse necessarie? Senza un finanziamento aggiuntivo i costi ricadrebbero sul Fondo di ente e, quindi, direttamente sui lavoratori. Nessuno, tranne USB, sta dicendo con chiarezza che senza risorse adeguate il processo d’integrazione va fermato. Una soluzione resta quella di caricare sul bilancio dell’ente l’intero costo delle posizioni organizzative, come chiede da anni USB, anche per sgravare il Fondo da un onere diventato insostenibile.
C’è poi una questione più generale che riguarda l’intero sistema previdenziale del Paese e l’attacco alle funzioni dell’INPS. USB denuncia da anni che il sistema contributivo trasformerà l’INPS in un ente assistenziale, erogatore di assegni sociali, mentre i lavoratori che ne avranno la possibilità economica saranno costretti a pagarsi una pensione complementare privata. Questo disegno va fermato, recuperando funzioni per l’INPS e riacquisendo i servizi esternalizzati e privatizzati.
Sarebbe assurdo, quindi, fermarsi al solo recupero, assolutamente irrinunciabile, dei 94 mln dei progetti speciali.
Ci tengono bloccati i contratti collettivi dal 2009 e le retribuzioni dal 2010. Ci hanno decurtato di cinque euro il buono pasto. Ci hanno tolto il permesso banca e i tempi tecnici. Da agosto ci hanno ampliato unilateralmente la durata minima della pausa mensa di dieci minuti. Solo USB ha denunciato l’amministrazione per comportamento antisindacale, chiedendo il rispetto dell’accordo nazionale di ente. Attendiamo a momenti la sentenza. Gli altri sindacati dov’erano e dove sono?
Lo scorso 3 luglio USB ha convocato quattro ore di sciopero dei lavoratori dell’INPS contro il taglio dei servizi e delle retribuzioni. Anche grazie a quello sciopero a luglio siamo riusciti a sventare il tentativo del Collegio dei Sindaci di tagliare le retribuzioni dei dipendenti. Ora dobbiamo respingere l’assalto del Ministero dell’Economia.
Tra dieci giorni, il 18 ottobre, andremo ad uno sciopero generale per l’intera giornata lavorativa. Se l’INPS risponderà alla chiamata, se tutti voi, RSU, delegati sindacali, lavoratrici e lavoratori parteciperete in modo compatto a quella che resta la forma più alta di protesta sindacale, il 18 ottobre potrebbe essere la data in cui cominciare ad invertire la tendenza per restituire funzioni all’ente e riconquistare potere contrattuale per i lavoratori.
Facciamo capire a tutti che non accettiamo di pagare di tasca nostra l’integrazione dell’INPDAP e dell’ENPALS con l’INPS, un’integrazione che non abbiamo voluto e che serve a smantellare definitivamente il sistema previdenziale pubblico e a scaricare sul bilancio dell’INPS il mancato pagamento dei contributi da parte dello Stato.
Rivendichiamo con forza una nuova legge sulle pensioni che restituisca dignità alla previdenza sociale pubblica ed eviti che i lavoratori muoiano di vecchiaia sul lavoro. Per questo chiediamo il ripristino della pensione d’anzianità con 40 anni di contributi e di vecchiaia a 60 anni per gli uomini e a 55 per le donne, anche per favorire l’assunzione dei giovani.
Imponiamo, infine, la riapertura dei contratti collettivi nazionali di lavoro, chiedendo 300 euro di aumento per tutti, la quattordicesima mensilità, la costituzione dell’Area unica, 5.000 euro di una tantum a parziale recupero dei mancati rinnovi contrattuali degli anni precedenti.
IL 18 OTTOBRE FERMIAMOCI X FERMARLI
SCIOPERO GENERALE INTERA GIORNATA
MANIFESTAZIONE NAZIONALE A ROMA/P.ZZA DELLA REPUBBLICA ORE 10
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