Non ci riferiamo allo splendido lavoro di Eduardo De Filippo ma alle notizie raccolte riguardo la recente riunione dei dirigenti generali dell’INPS.
Cominciamo dalle assunzioni. E’ intenzione dell’Amministrazione di utilizzare pienamente la graduatoria del concorso pubblico a 967 posti a C1 di consulente della protezione sociale, assumendo non solo i vincitori ma anche tutti gli idonei compatibilmente con i tempi previsti dal piano delle assunzioni. Intorno al 15-20 giugno ci dovrebbe essere la prima immissione di personale da quel concorso. La situazione delle sedi è di grande difficoltà e il malcontento assume sempre più i connotati della protesta, come sta accadendo in questi giorni a Varese e come accaduto in passato a Roma Casilino ed in altre sedi. Il blocco del turn over e le continue spending review hanno fatto sfracelli. Alle lavoratrici ed ai lavoratori che protestano per una condizione di lavoro inaccettabile va tutto il nostro sostegno e l’impegno ad ottenere ulteriori assunzioni oltre alle 6.000 programmate e rivendicate da tempo dalla USB. Peccato che nella riunione dei dirigenti non si sia accennato al tema degli inquadramenti del personale delle Aree A e B ed all’esigenza di avviare prima possibile le selezioni per i passaggi di area, nella percentuale del 20% del piano delle assunzioni e con criteri diversi da quelli previsti da Boeri. Conosciamo l’attenzione del presidente Tridico al problema del mansionismo ed auspichiamo che quanto prima si diano risposte concrete alle aspettative dei lavoratori, anche per quanto riguarda i passaggi interni alle aree.
Nel frattempo va avanti il percorso della mobilità nazionale. Sono arrivate circa 350 domande. Con decorrenza 1° dicembre chi ha presentato domanda sarà assegnato alla direzione regionale nella quale insiste la sede per la quale è stato chiesto il trasferimento. Il direttore regionale vaglierà la possibilità di destinare detto personale anche a sedi che non risultino nell’elenco allegato al bando di mobilità. Confidiamo nei direttori regionali perché le richieste dei lavoratori siano accolte nel massimo della trasparenza, senza ricorrere a quelle pratiche clientelari che fin qui hanno rappresentato un ostacolo alla costruzione di un positivo clima aziendale.
Per quanto riguarda gli obiettivi organizzativi si è parlato di costituire una direzione centrale povertà, evidentemente per dare visibilità alle politiche del governo in questo campo e per mettere in risalto una delle funzioni sociali dell’Istituto. E’ ovvio che in questo caso vada aperta una riflessione sulle direzioni che già si occupano del problema per evitare duplicazioni e costi aggiuntivi. C’è l’intenzione di ricostituire la direzione centrale formazione, pensando addirittura ad una scuola nazionale del welfare intitolata a Federico Caffè. In campo sanitario è stata evidenziata l’esiguità del numero di medici interni e la necessità di aumentarne la consistenza per gestire i compiti affidati all’INPS. In campo informatico si è messo l’accento sulla criticità del funzionamento delle procedure riscontrata nelle sedi territoriali ed è stata rilevata l’esigenza di ripristinare una specifica direzione centrale dell’informatica, puntando a restituire valore all’informatica interna, con personale INPS, migliorando il collegamento tra progettazione e direzioni di prodotto. Su quest’ultimo aspetto siamo chiari: se ci si riferisce alla ventilata ipotesi di spacchettare l’informatica centrale agganciando gli informatici alle singole direzioni centrali che si occupano dei diversi servizi erogati dall’Istituto siamo nettamente contrari. Ben venga, invece, una maggiore sinergia tra analisi delle esigenze amministrative e progettazione e programmazione informatica, cercando al tempo stesso di riunire al più presto nella sede di Via Civiltà del Lavoro il personale informatico oggi sparpagliato in diversi plessi a causa degli infiniti lavori di manutenzione che riguardano lo stabile storicamente sede dell’informatica centrale dell’Ente.
Un accenno è stato fatto anche al progetto di sistemazione del conto assicurativo dei lavoratori iscritti alla gestione pubblica, con il dato del 98% delle posizioni della Scuola che risultano certificate.
Sulla Vigilanza l’obiettivo è l’abolizione del ruolo ad esaurimento e il recupero da parte dell’INPS della facoltà di assumere nuovi ispettori, considerati i compiti specifici assegnati in quel campo all’Istituto. E’ molto ma a nostro parere non è sufficiente, perché riteniamo necessario rivedere l’intera impostazione della norma che ha portato alla costituzione dell’Ispettorato nazionale del lavoro, in quanto la mancanza di iniziali investimenti economici ha comportato il mancato adeguamento delle retribuzioni degli ispettori del lavoro e il mancato sviluppo informatico, criticità che pesano non poco sul funzionamento dell’INL e sul suo ruolo di coordinamento dell’attività ispettiva. L’INPS deve recuperare il pieno controllo dell’attività di Vigilanza di propria competenza e l’Ispettorato va messo in condizione di poter svolgere i compiti di coordinamento.
Nella riunione dei dirigenti generali si è anche parlato dell’esigenza di rivedere il sistema di valutazione della performance, con particolare attenzione all’analisi della complessità territoriale delle singole sedi anche con riferimento al contesto sociale e geografico, considerando inoltre l’attività di consulenza e la responsabilità della dirigenza. Nel rapporto tra centro e territorio è emersa infine l’esigenza di rafforzare i compiti della Direzione servizi all’utenza (DSU).
Molto di quanto abbiamo qui riportato è stato oggetto dell’audizione che il presidente Tridico ha tenuto presso la Commissione Lavoro del Senato lo scorso 10 maggio. Siamo lieti che alcune delle proposte che avanziamo da tempo riguardo l’organizzazione dell’Istituto e alcuni settori specifici siano oggi obiettivo programmatico del vertice dell’Istituto, ulteriore segnale di un possibile cambiamento che speriamo non sia tradito quando quegli obiettivi troveranno applicazione concreta.