Nel pomeriggio di ieri le organizzazioni sindacali ammesse alla contrattazione integrativa perché firmatarie del Contratto delle Funzioni Centrali del 12 febbraio 2018 hanno sottoscritto l’ipotesi di Contratto integrativo INPS 2018. Nella serata è stato divulgato il comunicato di CGIL-CISL-UIL-CONFINTESA le quali, nel dare la notizia della firma dell’accordo, hanno affermato di averlo raggiunto “a dispetto di chi, fedele alla filosofia del tanto peggio tanto meglio, tifava perché non si arrivasse ad un accordo tra le parti”.
E’ ovvio che il riferimento fosse alla USB, unica organizzazione sindacale, tra quelle rappresentative, esclusa dalla contrattazione integrativa per aver deciso di non sottoscrivere il pessimo Contratto collettivo delle Funzioni Centrali. Ebbene, ancora una volta si è cercato di dare della USB un’immagine distorta, negativa, di chi è animato esclusivamente da scopi distruttivi. Continuando ad agire in questo modo, non si offende solo chi rappresenta la USB, denigrandone la funzione, ma si offende soprattutto l’intelligenza di chi è iscritto al sindacato di base dell’INPS e di chi lo sostiene con il voto alle elezioni RSU, permettendo alla USB di essere ancora oggi la seconda forza sindacale dell’Istituto per rappresentatività.
E’ falso quanto affermato nel citato volantino e lo sa bene anche chi lo ha scritto, come lo sanno bene i vertici dell’Istituto, con i quali in questi mesi abbiamo mantenuto una costante interlocuzione informale che ha favorito il raggiungimento di alcuni risultati positivi oggi rivendicati da chi ha sottoscritto l’intesa. Senza l’impegno della USB e senza la sensibilità dell’attuale vertice politico dell’Ente, non ci sarebbe stato un adeguamento del TEP nella misura di € 480,00 mensili per i lavoratori inquadrati dal livello economico A1 fino al C3, di € 485,00 per i C4 e di € 490,00 per i C5 a partire da giugno 2018, mentre le stesse misure sono riconosciute dal 1° dicembre 2018 per coloro che hanno ottenuto il passaggio economico con decorrenza 1° gennaio 2018. Sicuramente questa relativa al TEP è la parte più significativa dell’accordo raggiunto ieri.
Allo stesso tempo nessuno può negare l’impegno della USB per favorire l’inquadramento di tutto il personale delle Aree A e B almeno al livello apicale della rispettiva area. I passaggi ad A3 e B3, che una nota congiunta dell’accordo prevede per il 2019, arrivano con un anno di ritardo, dopo che quelle stesse organizzazioni sindacali che hanno firmato il Contratto integrativo hanno impedito che le selezioni 2018 includessero gli A2 e B2 che avevano già ottenuto un passaggio economico nel 2016.
C’è l’impegno della USB anche nel riconoscimento del TEP ai colleghi che hanno vinto un concorso pubblico INPS per un’area superiore quando già erano in servizio in Istituto. Si sono visti interrompere l’erogazione del TEP ed avrebbero dovuto aspettare due anni per riottenerla pur essendo altamente professionalizzati.
Non è stata invece presa in considerazione la proposta della USB di assegnare alle lavoratrici ed ai lavoratori delle Aree A e B un’ulteriore quota aggiuntiva di TEP nella misura di € 60,00 mensili per gli A e € 65,00 per i B da mantenere fino al passaggio in Area C. Questo ulteriore sforzo avrebbe diminuito le differenze retributive, favorendo realmente le Aree A e B. Anzi, quei bontemponi che siedono al tavolo della trattativa hanno cancellato con un tratto di penna a partire da giugno 2018 la maggiorazione del TEP di € 60,00 per gli A3, € 65,00 per i B3, che non hanno potuto partecipare alle selezioni 2016 perché già collocati al livello apicale della propria area. Avranno pensato: mal comune mezzo gaudio; se vi diamo € 70,00 di aumento del TEP ce ne riprendiamo indietro € 65,00 (è il caso dei B3), quindi non vi lamentate, perché alla fine della fiera ci guadagnate ben € 5,00 al mese!!! Non sarà troppo?
La soluzione economica individuata per geometri e periti industriali a nostro avviso non risolve il problema dell’inquadramento, che deve essere affrontato in sede Aran. Ci lascia dubbiosi la scelta di far fare nuove selezioni a chi svolge già da anni attività di tutoraggio, come ad esempio nella vigilanza documentale. Infine, per come è scritta la norma, qualche problema di corretta applicazione a nostro avviso lo si avrà con la maggiorazione del 20% della retribuzione oraria riconosciuta a chi svolge attività di front office.
Ci sono poi parti di questo contratto per noi assolutamente non condivisibili. Ci riferiamo all’art. 17 dell’accordo integrativo INPS 2018 che introduce il super premio individuale riservato al 5% del personale. Una norma che abbiamo ostacolato in tutti i modi nel corso della discussione all’Aran sul rinnovo del Contratto Collettivo e che oggi ci ritroviamo nel Contratto Integrativo. Non ci piace neanche la previsione delle ferie solidali, contenuta all’art. 9 del CCNI INPS. Non si deve sopperire alla mancanza di tutele con la donazione di parte delle proprie ferie ai colleghi che ne abbiano bisogno per assistere, ad esempio, un congiunto che necessiti di sostegno. Nelle dichiarazioni congiunte in appendice all’accordo integrativo 2018 emerge la volontà di premiare nel 2019 le posizioni organizzative legate all’erogazione dei servizi. Con quali risorse? Pescando sempre dal Fondo? Siamo nettamente contrari.
Insomma, un Contratto Integrativo con luci e diverse ombre, com’è nello stile delle organizzazioni sindacali clientelari che hanno un’idea tutta loro della democrazia sindacale e della rappresentatività.
MOBILITA’ NAZIONALE
Sempre nella giornata di ieri è stato sottoscritto un verbale di accordo per i trasferimenti a domanda sul territorio nazionale, comprese le direzioni di coordinamento metropolitano di Milano, Roma e Napoli, che la USB aveva chiesto fossero stralciate dalla mobilità nazionale ed inserite in quella regionale. I trasferimenti avranno decorrenza 1° dicembre 2019.