Se in questi giorni aprite intranet, nella prima pagina trovate un articolo intitolato “Verso il nuovo Inps”. L’idea che si vuole accreditare, anche con l’ausilio dell’immagine grafica che accompagna il testo, è quella della nascita di un nuovo ente che sia il risultato della fusione di Inps, Inpdap e Enpals. La nascita di “Un nuovo Inps” sarebbe, secondo l’estensore della comunicazione istituzionale, l’obbiettivo perseguito dal governo con il decreto legge 201/2011, fatto proprio dal presidente Mastrapasqua, che ha fornito le prime indicazioni per l’integrazione dell’Inpdap e dell’Enpals con l’Inps.
Tesi suffragata anche a livello sindacale da Cgil-Cisl-Uil, che hanno in programma per l’8 febbraio a Roma un convegno dal titolo “Il nuovo ente previdenziale, efficiente, trasparente, partecipato”, con la presenza del ministro Fornero e degli organi istituzionali dell’Inps, presidente Mastrapasqua in testa.
Siamo di fronte ad una forzatura interpretativa. La norma contenuta nella manovra economica del governo Monti è chiara: Inpdap e Enpals sono soppressi e le competenze sono assorbite dall’Inps, che acquisisce anche il personale dei due enti previdenziali. Punto. E’ una scelta che non condividiamo e che abbiamo contestato da subito perché si inserisce in un complessivo piano di smantellamento della previdenza pubblica. Ma tant’è. Non c’è nessun nuovo ente. Le precedenti esperienze riguardanti l’Inam, lo Scau, l’Inpdai, l’Ipost, rappresentano da questo punto di vista una realtà consolidata. Con l’inganno del “nuovo Inps” Mastrapasqua vuole da una parte mostrare il volto suadente di chi non annette ma mette insieme, dall’altra tenere sulla corda i dirigenti e il personale dei tre enti previdenziali, mettendoli in concorrenza tra loro e governare così, da padre padrone, il colosso previdenziale fino alla fine del 2014. Ma c’è dell’altro.
Ancora una volta Mastrapasqua tenta di rinnegare la storia dell’Inps, come ha fatto dal suo insediamento, per sostenere la tesi del manager che ha restituito efficienza, trasparenza ed economicità ad un ente in declino. E’ semmai accaduto l’esatto contrario. Da quando l’Inps è governato da Mastrapasqua, l’ente ha perso ancor più peso politico, i lavoratori sono stati bistrattati dal governo e le società di consulenza hanno aumentato a dismisura il loro potere all’interno del più grande ente previdenziale d’Europa. Il pericolo di una privatizzazione strisciante è sempre più attuale e le nostre denunce ed iniziative lo hanno ampiamente dimostrato.
Chi vuole un Inps pubblico, che guardi ai bisogni dei cittadini e continui ad essere un pilastro centrale del Welfare del Paese, non può lasciare l’ente nelle mani di Mastrapasqua. Da tempo sosteniamo che l’attuale presidente dell’Inps dovrebbe essere rimosso dall’incarico, almeno il governo ne contenga lo strapotere affiancandolo con un organismo collegiale.