Quanto starnazzare da parte delle organizzazioni sindacali intorno alla previsione di aprire le sedi di sabato e domenica per affrontare le emergenze produttive derivanti dai recenti provvedimenti che rappresentano il fiore all’occhiello dei due partiti di governo: quota 100 e reddito di cittadinanza. C’è chi chiede che si facciano accordi territoriali, come se il problema fosse solo quello di mettere il timbro sindacale a tali decisioni, mentre altri tirano dentro tutti gli argomenti che più interessano ai lavoratori pur di attirare la loro attenzione, con parole in grassetto, punti e punti e virgola, senza fornire alcuna indicazione sulla linea da seguire.
Nessuno che vada al punto della questione: se non si è d’accordo con il lavoro nelle giornate di sabato e di domenica bisogna quantomeno dire ai lavoratori di non aderire a tale richiesta. Non proponiamo di fare i picchetti davanti alle sedi per impedire l’ingresso ai volontari, anche se lo riterremmo opportuno, ma un sindacato non può limitarsi a gridare quant’è cattiva la controparte o ad elemosinare una parte in commedia: deve dare delle indicazioni.
Quelle della USB sono chiare:
- Invitiamo le lavoratrici ed i lavoratori ad astenersi dall’aderire al lavoro straordinario di sabato e di domenica;
- Invitiamo le lavoratrici ed i lavoratori a seguire l’ordine di arrivo delle domande delle prestazioni senza dare precedenza a specifici adempimenti, pretendendo, in caso di richieste contrarie, ordini scritti dai responsabili degli uffici;
- Invitiamo le lavoratrici ed i lavoratori a liquidare le prestazioni in base alla documentazione prevista dalle norme e, in caso di richieste contrarie, a pretendere circostanziate disposizioni scritte (quelle contenute nel Messaggio Hermes 1008 dell’11/03/2019, per esempio, sono indirizzate alle direzioni e alle strutture e non ai dipendenti);
- Invitiamo le lavoratrici ed i lavoratori a rifiutare qualunque nuovo adempimento che non sia preceduto da adeguata formazione.
Quello che potevamo fare lo abbiamo fatto, inviando una circostanziata nota all’amministrazione centrale, che alleghiamo al presente comunicato. Tuttavia anche voi lavoratrici e lavoratori dovete fare la vostra parte, se vogliamo tutti insieme raggiungere risultati concreti.
Di fronte all’ulteriore rinvio della nomina del vertice politico dell’INPS, considerata la generale carenza di personale e l’aumento dei carichi di lavoro dovuto alle recenti disposizioni legislative, la USB prosegue nella mobilitazione dei lavoratori dell’Istituto, dopo l’iniziativa di protesta dello scorso 19 febbraio. Per giovedì 21 marzo è stata convocata un’assemblea in tutte le sedi, dalle 10 alle 12, senza interruzione dell’attività d’informazione agli utenti.
I nostri nemici non sono i cittadini, con i quali dobbiamo costruire un rapporto che parta dalla conoscenza delle difficoltà con cui si lavora in INPS e dalle criticità che affrontiamo tutti i giorni, per unire le forze verso il comune obiettivo di migliorare le prestazioni e le condizioni di lavoro.
GIOVEDI’ 21 MARZO 2019
ASSEMBLEA IN TUTTE LE SEDI
DALLE 10 ALLE 12
DISTRIBUZIONE DI VOLANTINI AGLI UTENTI