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L'INPS NEGA L'INCENTIVO AI DELEGATI SINDACALI IN DISTACCO. REAGIREMO A QUESTA NUOVA AGGRESSIONE ALLA DEMOCRAZIA

Nazionale,

Comunicato n. 31/15

Che si voglia impedire alle rappresentanze dei lavoratori di svolgere il proprio ruolo è una realtà ormai evidente. Il taglio del 50% delle agibilità (distacchi e permessi) e il rifiuto da parte del governo di riconoscere al sindacato un vero ruolo nelle scelte che riguardano il mondo del lavoro, sono i segnali della volontà di cancellare i cosiddetti corpi intermedi per lasciare il lavoratore solo e senza difesa.

 

All’INPS si va oltre, si negano addirittura le prerogative riconosciute dai contratti nazionali. Ci riferiamo alla lettera inviata dal Capo del Personale dell’Ente alle Federazioni nazionali di pubblico impiego, con la quale si comunica l’immediata sospensione del riconoscimento dell’incentivo ai delegati sindacali in distacco.

 

Ancora una volta la vicenda è legata ad accertamenti del Ministero dell’Economia, che hanno già prodotto la sospensione dell’erogazione del buono pasto ai delegati sindacali in distacco. Nella lettera a firma del Capo del Personale dell’INPS si riconosce il diritto dei dirigenti sindacali in distacco a percepire il salario accessorio e il compenso incentivante in base ai contratti nazionali di lavoro e all’accordo nazionale quadro del 7/8/1998 che prevede espressamente che i periodi di distacco sono equiparati a tutti gli effetti al servizio prestato nell’amministrazione anche ai fini della mobilità, salvo che per il diritto alle ferie e per il compimento del periodo di prova”, ma paradossalmente si decide di sospendere l’erogazione dell’incentivo ai distaccati sindacali in attesa di una decisione della Corte dei conti.

 

Andando avanti di questo passo si arrecherà un danno enorme alla democrazia partecipata nel mondo del lavoro. Non bastava il taglio delle agibilità o l’accordo del 10 gennaio, che impedisce nel lavoro privato ad un sindacato non aderente a quell’intesa di partecipare alle elezioni RSU. Il silenzio e l’accondiscendenza di CGIL-CISL-UIL stanno contribuendo a scardinare l’intero sistema di relazioni industriali nel Paese, trasformando radicalmente il ruolo del sindacato da strumento di difesa e di emancipazione dei lavoratori ad erogatore di servizi assistenziali.

 

Chissà se anche stavolta Ciarrocchi, il segretario nazionale della CGIL dell’INPS, bacchetterà la USB sostenendo le ragioni dell’Amministrazione, mostrandosi disturbato più dalla “violenza del linguaggio” della USB che dalla violenza vera contro i lavoratori, esercitata dal governo, dalla classe padronale e, nel suo piccolo, dall’Amministrazione INPS. Ciarrocchi è lo stesso dirigente sindacale che nel 2012, mentre USB denunciava il comportamento illegittimo del Capo del Personale che si era autorizzato un prestito fuori misura, scriveva in un comunicato “questa estate oltre al gossip da ombrellone ci siamo sorbiti la “guerra santa” tra USB e capo del personale”. Mentre i sindacalisti della USB rischiavano il licenziamento per cercare di ottenere trasparenza e legittimità all’INPS, la CGIL liquidava la cosa come un gossip da spiaggia. E questa non sarebbe violenza???   

 

USB reagirà contro questo nuovo attacco alla democrazia, nella convinzione che l’attività sindacale deve essere considerata per tutti e a tutti gli effetti attività lavorativa. Lo scorso 1° aprile è stato chiesto un immediato incontro al Direttore generale ma, a distanza di tredici giorni, il dott. Cioffi non si è ancora degnato di rispondere. E questa non è violenza?