“Il ministro Madia smentisce se stessa e annuncia che il blocco dei contratti dei lavoratori del pubblico impiego proseguirà almeno per tutto il 2015”, esordisce Luigi Romagnoli, dell’Esecutivo Nazionale USB Pubblico Impiego. “Lo scorso 27 maggio, rispondendo alla protesta dell’ USB al Forum P.A., aveva affermato che le risorse per il rinnovo dei contratti sarebbero venute dall’annunciata Riforma della Pubblica Amministrazione. Evidentemente quelle risorse saranno ancora una volta incamerate dallo Stato”.
“In questi mesi abbiamo letto cifre che non si avvicinano alla realtà. I nostri calcoli – precisa il dirigente USB – sono fatti in base agli indici IPCA e all’inflazione, che negli ultimi cinque anni danno un risultato medio pressoché identico, pari all’1,9% su base annua. Così sono almeno 20 i miliardi che tra il 2010 e il 2014 sono stati risparmiati per il blocco dei contratti. Dove sono andati a finire quei soldi? La disoccupazione sfiora il 13% e quella giovanile il 40%, i servizi continuano ad essere tagliati al pari dei posti di lavoro nel pubblico impiego. Chi governa si accanisce su diritti fondamentali come occupazione, reddito e pensioni, mentre non fa nulla di concreto per recuperare i 260 miliardi annui di evasione e i 60 miliardi di corruzione, ma dirotta risorse pubbliche per finanziare la presenza italiana nei teatri di guerra che ci circondano”.
“Il blocco dei contratti ha fatto pagare un pesante costo ai lavoratori pubblici. A livello individuale – prosegue Romagnoli – la perdita salariale complessiva media ammonta ad almeno 6.250 euro, mentre il valore degli stipendi non risulta adeguato per un importo medio di 2.110 euro. E queste perdite sono irreversibili ed andranno sommate nel tempo fino alla pensione del singolo lavoratore, arrivando a sfiorare i 30.000 euro nel caso l’uscita dal lavoro dovesse avvenire per esempio nel 2024. E i nostri calcoli sono basati sul blocco dei contratti fino al 2014”.
“L’USB ha promosso lo scorso 19 giugno lo sciopero dei lavoratori pubblici per il rinnovo dei contratti, la stabilizzazione dei precari, il recupero dei servizi tagliati. In autunno sarà sicuramente necessaria una mobilitazione generale che unisca non solo i lavoratori pubblici e privati, ma anche quei settori sociali che hanno fin qui pagato a caro prezzo le politiche di austerità: studenti, disoccupati, precari, pensionati, migranti. Da subito è necessario portare la mobilitazione in tutti i posti di lavoro, rispondendo in modo adeguato agli attacchi del governo. A Renzi, che spesso parla di iniziative rivoluzionarie, risponderemo attuando la guerriglia nel pubblico impiego, con iniziative non convenzionali”, conclude il dirigente sindacale.