Nelle ore in cui gli ispettori di vigilanza dovevano scegliere se salvaguardare la propria funzione nel costituendo Ispettorato Nazionale del Lavoro oppure chiedere all’INPS di transitare al profilo amministrativo, la Procura di Nocera disponeva un accesso presso la Direzione generale e le Direzioni regionali dell’Ente alla ricerca di prove di un “sistema parallelo” di conteggio della produttività ritenendo che le assunzioni fittizie accertate dagli ispettori di vigilanza siano state successivamente gonfiate di numero per raggiungere con più facilità gli obbiettivi di produzione e incassare l’incentivo.
Una nuova tegola mediatica si è abbattuta così sull’Istituto ma gli attuali vertici, quasi a prendere le distanze dall’Ente che governano, in un laconico comunicato stampa si sono limitati a dichiarare piena collaborazione con la magistratura e con le forze dell’ordine nello svolgimento delle indagini. Sulla vicenda ha voluto dire la sua anche il Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, Raffaele Cantone, mettendo sullo stesso piano le vicende dell’ANAS, dove è emerso un pesante sistema di corruttela, le false attestazioni di presenza riscontrate nel Comune di Sanremo e, appunto, l’inchiesta della Procura di Nocera, peraltro nata da una segnalazione dell’INPS la cui attività ispettiva ha smascherato migliaia di rapporti di lavoro fittizi che davano luogo a prestazioni previdenziali e assistenziali.
A difendere l’Istituto ci ha pensato l’ex Direttore generale Mauro Nori, con una dichiarazione all’Ansa che riportiamo in allegato, nella quale afferma che l’INPS è “…parte lesa e controparte attiva nel denunziare e sospendere le false dichiarazioni delle aziende sospette…”.
Sul quotidiano “la Città” di Salerno oggi si legge che 1.600, tra funzionari e dirigenti dell’INPS, avrebbero ricevuto l’avviso a comparire in merito all’erogazione dei premi di produttività 2012-2013, quantificando in 400 milioni il totale dell’incentivo indebitamente percepito. La notizia, probabilmente, è priva di fondamento, ma è palese che l’INPS rischi di passare da sanzionatore di corruzione e illegalità ad ente in cui l’illegalità è assunta a sistema. Un teorema che va respinto con nettezza senza attendismi o titubanze. Che aspettano Boeri e Cioffi a prendere posizione?
E’ da trent’anni che all’INPS i premi di produzione sono legati ad obbiettivi quantificati e riscontrati. I contratti integrativi sono passati al setaccio dai ministeri vigilanti. L’Ente è tra i più qualificati del Pubblico Impiego e dal punto di vista informatico e delle banche dati rappresenta una risorsa preziosa per tutta la Pubblica Amministrazione. Negli anni l’INPS è stato chiamato ad incorporare diversi enti soppressi ed è riuscito a mantenere uno standard qualitativo alto, nonostante la politica abbia imposto nell’ultimo decennio presidenze come quelle di Sassi, Mastrapasqua ed ora Boeri, che con le loro scelte organizzative hanno contribuito ad una perdita d’immagine dell’Istituto e ad una sempre maggiore dipendenza dal potere politico.
L’INPS ha un corpo sano, rappresentato dai tanti dirigenti e soprattutto funzionari che si prodigano ogni giorno per erogare servizi ai cittadini, consapevoli della funzione sociale che ha l’Ente. Se la magistratura individuerà specifiche responsabilità penali farà bene a perseguirle fino in fondo, ma non accettiamo generalizzazioni e l’attacco al salario accessorio dei lavoratori. L’obbiettivo è chiaramente politico: ridurre lo stipendio complessivo dei lavoratori dell’INPS. Ci prova da tempo il Ministero dell’Economia ma anche questa volta USB e lavoratori si opporranno con fermezza.