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VITA DA PADRONE… QUANDO PAGA PANTALONE

Nazionale,

Comunicato n. 31/10

 

Giro di vite sulle spese per missioni in Calabria. Il direttore regionale, con messaggio N. 23 del 31 maggio scorso, ha posto dei paletti di spesa alle missioni che utilizzano il budget regionale, ad eccezione di quelle dell’area ispettiva. Le risorse economiche scarseggiano, quindi bisogna risparmiare.

 

Verrebbe voglia di complimentarsi con il direttore regionale per il senso di responsabilità, se non fosse che quando le spese riguardano lo stesso direttore regionale allora sembra che il senso di responsabilità vada a farsi friggere.

 

Risulterebbe, infatti, che il direttore regionale della Calabria utilizzi come autista personale un dipendente in carico alla direzione regionale Lazio ed assegnato temporaneamente all’agenzia di Trebisacce a Rossano, in provincia di Cosenza. L’autista in questione per andare a Catanzaro a svolgere il servizio per il direttore regionale utilizzerebbe il mezzo proprio, debitamente autorizzato, e dovrebbe coprire una distanza, tra andata e ritorno, di circa 350 chilometri.

 

Risulterebbe, altresì, che il direttore regionale della Calabria utilizzi lo stesso autista ogni qual volta deve recarsi a Roma per servizio, con un probabile percorso che parte da Rossano, passa per Catanzaro, arriva a Roma e fa ritorno per la stessa tratta. Riuscite ad immaginare con quali oneri per la collettività e per le casse dell’INPS?  

 

Infine, sembrerebbe che il dipendente in questione abbia effettuato, negli ultimi mesi del 2009 e nei primi quattro mesi del 2010, un totale di 400 ore di straordinario regolarmente retribuite.

 

Abbiamo inviato all’amministrazione la nota che alleghiamo al presente comunicato, con la richiesta di accertare se le notizie riportate corrispondano a verità e, nel qual caso, di assumere gli opportuni provvedimenti. Ancora non abbiamo ricevuto risposta.

 

Qualora quanto da noi riferito dovesse trovare riscontro, l’amministrazione non dovrebbe esitare un istante ad interrompere una pratica inaccettabile di sperpero di denaro pubblico, censurando il comportamento del dirigente.