"Signor Presidente,
in questo momento il disagio dei lavoratori dell’istituto è molto forte di fronte a qualcosa che non riescono a capire.
L’INPS è riconosciuto da tutti come il pilastro della previdenza, dell’assistenza e del welfare in Italia, presenta da anni bilanci in attivo (anche piuttosto forte) riconosciuti anche dalla Corte dei Conti che ha evidenziato gli ottimi risultati ottenuti a fronte di un preoccupante calo degli organici.
E’ stato all’avanguardia in Italia nell’informatizzazione grazie anche ad un settore informatico interno che era il fiore all’occhiello dell’Istituto.
Il ministro Tremonti pochi giorni fa ha dichiarato in televisione che se l’Italia ha retto meglio di altri paesi alla crisi economica in atto è stato merito di due istituti italiani: la famiglia e l’INPS.
Proprio di fronte a tutti questi riconoscimenti, agli elogi ed alla soddisfazione dell’utenza che ci viene riconosciuta ogni giorno, al continuo aumento della produzione nonostante un calo degli organici ed un aumento dei prodotti che l’INPS ha acquisito negli ultimi anni i lavoratori non riescono a capire il perché di questa riorganizzazione del modo di lavorare che sta portando ad enormi disagi e difficoltà nelle sedi che la stanno sperimentando, che sta creando giacenza anche laddove non ce n’era in precedenza, che sta dando all’utenza informazioni parziali ed un servizio peggiore.
Da questo non capire, da questo forte attaccamento al proprio istituto che i lavoratori dell’INPS hanno sempre avuto e dimostrato, dalla volontà di difendere l’INPS e gli ottimi servizi che dà ai cittadini e dalle preoccupazioni per un futuro che appare nebuloso sono nate le assemblee dei giorni scorsi e documenti come questo."
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LETTERA APERTA
AL PRESIDENTE E COMMISSARIO MASTRAPASQUA
e, p.c. Alle OO.SS. Regionali
Alle OO.SS. Nazionali
Con questo documento, gli oltre 200 lavoratori e lavoratrici delle sedi Inps dell’Emilia Romagna che mercoledì 21 aprile hanno partecipato all’assemblea presso la sede pilota di Ferrara (la cui chiusura al pubblico si è resa necessaria a causa della massiccia partecipazione del personale), intendono esprimerLe la più netta e decisa contrarietà ad un progetto di riorganizzazione dell’Istituto di cui non si ravvisa alcuna necessità, un progetto imposto, nei tempi e nei modi, in maniera unilaterale e per di più affidato ciecamente e … profumatamente pagabilmente (come direbbe Cetto Laqualunque) ad una multinazionale privata, scelta quest’ultima che mortifica ulteriormente le professionalità interne dell'Inps (come ha avuto modo di sottolineare, recentemente, la Corte dei Conti).
Noi lavoratori e lavoratrici dell’Istituto in passato abbiamo più volte dimostrato disponibilità a sostenere progetti di riorganizzazione condivisi e funzionali al miglioramento dei servizi, tuttavia questa volta siamo compatti nel denunciare un netto peggioramento delle condizioni lavorative, con un ritorno al lavoro parcellizzato e dequalificante dopo che negli ultimi 10 anni, con notevole impegno, si era ottenuta una crescita professionale all’interno delle Unità di Processo, producendo risultati più che soddisfacenti per l’utenza, come dimostrato anche dalle recenti indagini di customer satisfaction.
L’utenza, il cui interesse troppo spesso viene citato a sproposito per giustificare tale operazione, ma che noi invece incontriamo quotidianamente e della quale conosciamo problemi ed aspettative, è disorientata. Non passa giorno, infatti, senza che le associazioni di categoria, i patronati e i singoli cittadini, si chiedano perché si è deciso di gettare nel caos una sede, come quella di Ferrara, che forniva un servizio di eccellenza.
Noi crediamo di avere la risposta a questa legittima domanda.
Siamo convinti che questa ristrutturazione dell’Istituto, la decisione di affidare ad una multinazionale privata (che non ha conoscenze di previdenza pubblica) lo spacchettamento dei processi e la parcellizzazione del lavoro in flussi, siano scelte perfettamente funzionali alla cessione ai privati dei servizi pubblici gestiti dall’Inps, frutto del nostro lavoro e delle nostre competenze.
La finalità malcelata è dunque quella di privatizzare il maggiore Ente di Previdenza, ripercorrendo la strada fallimentare già sperimentata in altri servizi come FF.SS., Poste, Telecom, ecc.
Riteniamo vada in questa direzione il progetto di legge di riforma degli ammortizzatori sociali, che il Ministro Sacconi ha intenzione di presentare in Parlamento e che prevede di sottrarre all’INPS la gestione della cassa integrazione e dell'indennità di disoccupazione.
Ci troviamo, quindi, di fronte ad un colossale progetto di privatizzazione dello stato sociale, con una conseguente riduzione del ruolo pubblico svolto dall'Istituto.
E' veramente sorprendente come, nel pieno di una grave crisi economica e finanziaria, provocata da un sistema di mercato regolato unicamente dall'elemento speculativo e dal profitto (che ha fatto delle privatizzazioni in genere un aberrante strumento di arricchimento a beneficio di pochi), si voglia pervicacemente ripercorrere nel nostro Paese la stessa identica strada fallimentare anche nel campo dello stato sociale.
È a seguito di tali considerazioni che ci permettiamo di invitarLa a desistere dai propositi in merito alla riorganizzazione, riconoscendo il fallimento della sperimentazione e ad adoperarsi, invece, per difendere e rafforzare il ruolo sociale e pubblico del nostro Istituto.
Lo stesso invito lo rivolgiamo a quelle OO.SS. che hanno sottoscritto l’accordo sulla riorganizzazione e che, ci sembra di capire dal tenore dei recenti comunicati, hanno rivisto negli ultimi giorni la propria posizione proprio alla luce degli esiti della sperimentazione.
Chiediamo loro un gesto chiaro e netto: ritirate l’adesione al progetto di riorganizzazione.
I lavoratori e le lavoratrici della sede di Ferrara
La delegazione di oltre 100 lavoratori e lavoratrici
di tutte le sedi della Regione che ha partecipato all’assemblea
SEGUIRANNO LE FIRME DEI LAVORATORI E LAVORATRICI
DELLE SEDI INPS DELL’EMILIA ROMAGNA