Ad una settimana dalla mattanza di Parigi, in pieno clima emergenza con ripetuti allarmi bomba, il 20 novembre più di ventimila lavoratrici e lavoratori del settore pubblico hanno manifestato a Roma, Milano e Napoli l’opposizione ad una Legge di Stabilità che liquida con sedici centesimi al giorno dal 2016 la vertenza per il rinnovo dei contratti dei lavoratori pubblici fermi dal 2009, mantiene il blocco delle assunzioni nella pubblica amministrazione e riduce drasticamente da 8.000 a 1.000 il numero delle aziende partecipate con conseguenze che si annunciano pesantemente negative per la tenuta dei servizi territoriali.
Molti di più i lavoratori che hanno partecipato allo sciopero del lavoro pubblico promosso per quella giornata dalla USB, i dati come al solito tardano ad arrivare. Probabilmente qualche centinaio di migliaia di dipendenti della pubblica amministrazione, lavoratori delle ditte che gestiscono i servizi esternalizzati ed LSU-ATA della Scuola. Punte di partecipazione molto alte in alcune sedi dell’INPS, dove si è registrata un’adesione che ha sfiorato il 50%.
Uno sciopero coraggioso, in un contesto sociale di rassegnazione nei confronti delle politiche di austerità prodotte in questi anni e di paura per i venti di guerra sempre più forti. L’UNICO SCIOPERO CONTRO LA LEGGE DI STABILITA’, a rimarcare ormai una differenza abissale e incolmabile tra chi mantiene saldamente un ruolo sindacale nel Paese, inserendo anche il tema della guerra all’interno delle manifestazioni, con lo striscione d’apertura « Vostre le guerre, nostre i morti » e chi si limita alla rappresentazione di facciata di una debole opposizione alle politiche del Governo Renzi, chiamando le lavoratrici e i lavoratori del pubblico impiego in piazza di sabato esclusivamente sulla vertenza contrattuale.
Sono tempi, questi, in cui è richiesto coraggio e determinazione, per continuare a sostenere il progetto di ricostruzione del movimento dei lavoratori nel Paese, con lo sguardo rivolto anche alle analoghe esperienze di altri paesi europei. Lo sciopero del lavoro pubblico del 20 novembre è una tappa del percorso ed è proprio nei momenti difficili che il coraggio e il cuore delle lavoratrici e dei lavoratori sono più forti.
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