Ieri sono accaduti due fatti molto significativi e tra loro collegati, anche se a prima vista potrebbe non sembrare:
- CGIL-CISL-UIL-CISAL se ne sono fregate della richiesta della USB di rinviare di alcuni giorni il previsto incontro sindacale a causa degli impegni legati alla manifestazione nazionale convocata per domani davanti alla direzione generale dell’INPS e hanno firmato il contratto integrativo 2015, incuranti dell’assenza della USB al tavolo, quasi a voler marcare una distanza netta con la piazza del 19 febbraio e con i contenuti della protesta;
- in serata è arrivata la decisione del direttore generale di sospendersi volontariamente dall’incarico, scelta comunicata dal dirigente a tutto il personale con una propria nota nella quale si prendono le distanze dai fatti raccontati nei giorni precedenti da “Libero Quotidiano” in merito ad un’evasione contributiva dell’Enel di 40 milioni, maturata nel periodo in cui il dirigente era capo del personale di quella società e gestiva l’esodo incentivato di migliaia di dipendenti per i quali è risultato che non siano stati versati una parte dei contributi dovuti.
Mentre CGIL-CISL-UIL-CISAL non ravvisano alcun conflitto d’interesse, si tengono lontani dalla questione che investe direttamente i vertici dell’Ente, non dicono una parola sulla loro nomina effettuata in difetto dei requisiti previsti dalle norme di legge, non protestano per l’ennesima riorganizzazione imposta dall’alto in modo unilaterale, il direttore generale è costretto a fare i conti con le pesanti accuse che emergono dalle notizie pubblicate negli ultimi mesi da “il Fatto Quotidiano” e da “Libero Quotidiano”, decidendo di mettersi in aspettativa.
Auguriamo al dott. Cioffi di poter chiarire in breve tempo la propria estraneità ai fatti evidenziati dalla stampa, che darebbero luogo all’accusa di abuso d’ufficio. Tuttavia, a nostro parere, il conflitto d’interesse resta, così come la mancanza dei requisiti previsti dalla norma per l’assegnazione dell’incarico di direttore generale dell’INPS. Il presidente Boeri e il ministro Poletti farebbero bene a trarne le dovute conseguenze.
Domani, 19 febbraio, avvio della campagna nazionale LIBERIAMO L’INPS.