· Dopo aver accettato senza proteste la decurtazione dell’orario di servizio settimanale con la promessa di rendere disponibili per la contrattazione i risparmi ottenuti dalla mancata retribuzione dei turni pomeridiani;
· Dopo aver accettato senza proteste che non si aprisse la trattativa nazionale per la revisione dell’accordo nazionale quadro sull’orario di lavoro;
· Dopo aver sottoscritto gli accordi locali sull’orario di lavoro che hanno recepito la decisione dell’amministrazione centrale individuando peraltro turni pomeridiani che cominciano alle 10 del mattino;
CGIL-CISL-UIL nei giorni scorsi si sono improvvisamente accorti che qualcosa non va e hanno chiesto la contrattazione nazionale sulla retribuzione dei turni pomeridiani.
Come al solito non vanno al di là del loro naso. Il problema non è soltanto la retribuzione dei turni pomeridiani ma l’intero accordo quadro nazionale sull’orario di lavoro che va rivisto alla luce della decisione dell’amministrazione di portare a 50/53 ore l’orario di servizio settimanale. Invece di mettersi a rincorrere le inevitabili e giuste proteste dei lavoratori, un sindacato nazionale dovrebbe avere la competenza e la lungimiranza di saper individuare le necessità prima ancora che gli vengano rappresentate dai territori e non giocare di rimessa.
USB da subito ha contestato a livello nazionale la decurtazione dell’orario di servizio, individuando quali potessero essere le ricadute negative per i lavoratori (flessibilità – recupero permessi – turnazioni).
USB ha immediatamente chiesto l’apertura della trattativa nazionale per la revisione dell’accordo nazionale quadro sull’orario di lavoro, contestando la scelta dell’amministrazione di rinviare al territorio la contrattazione sull’orario di lavoro senza un passaggio nazionale.
USB non ha firmato gli accordi locali sull’orario di lavoro e ha dato mandato ai propri legali di presentare una denuncia per comportamento antisindacale nei confronti dell’amministrazione centrale.
Tutto questo mentre CGIL-CISL-UIL a livello territoriale cercavano d’indirizzare le assemblee dei lavoratori verso l’accettazione dei nuovi accordi sull’orario di lavoro, conseguenza delle scelte unilaterali dell’amministrazione centrale.
CGIL-CISL-UIL non sono credibili e prendono in giro i lavoratori attivandosi solo quando sono con il cappio al collo. I lavoratori che si affidano a CGIL-CISL-UIL in questo modo sono sempre più deboli e indifesi.
Facciamola finita. Tagliamo il cordone ombelicale con queste organizzazioni non solo inutili ma addirittura dannose per i lavoratori. Costruiamo una nuova unità dei lavoratori lasciando quei sindacati alla loro ineluttabile deriva.