Nell’incontro dell’11 settembre USB ha ribadito la netta contrarietà ad un contratto integrativo 2015 che preveda il passaggio al livello economico superiore di una minima parte del personale (30%?) senza alcuna prospettiva per gli esclusi. Chi dovesse sottoscrivere un’intesa in tal senso si assumerebbe la responsabilità di aver escluso dallo sviluppo economico e professionale gran parte dei lavoratori dell’Ente.
Il sindacato di base dell’INPS ha proposto la sottoscrizione di un impegno biennale per il 2015 e 2016 volto ad assicurare un passaggio economico a tutti e un doppio passaggio agli attuali A1 e B1, così da ottenere al termine del biennio la loro collocazione nella posizione apicale dell’area: A3 e B3. Sono obbiettivi da tempo presenti nella Piattaforma programmatica della USB.
Nello stesso impegno scritto, a parere della USB va inserita un’iniziativa che favorisca la riattivazione delle selezioni verticali da un’area all’altra, per i passaggi giuridici a B1 e C1, secondo i criteri previsti dal contratto collettivo e non quelli contenuti nella Riforma Brunetta, che oltretutto appare ormai superata.
L’intesa proposta dalla USB dovrebbe essere propedeutica alla sottoscrizione del contratto integrativo di Ente 2015. Per quanto riguarda gli altri contenuti dell’accordo integrativo, l’Amministrazione ha comunicato di considerare ormai archiviata la proposta di cancellazione dei profili specialistici e d’istituzione del profilo unico. USB nel prendere atto del risultato raggiunto ha chiesto che sia tolta dal testo della bozza di contratto integrativo anche la proposta di quantificare l’indennità del personale informatico e tecnico su più fasce secondo gli inquadramenti ai diversi livelli economici: Informatici Area B € 85; C1-C2 € 154,94; C3-C4-C5 € 204,94; Tecnici C1-C2-C3 € 154,94; C4-C5 € 204,94. Se passasse una tale impostazione si riporterebbe l’INPS indietro di trent’anni, spazzando via decenni di esperienza professionale ed organizzativa nei quali si è costruito un modello orizzontale basato su una professionalità diffusa. Inoltre è una proposta che peggiorerebbe le attuali attribuzioni economiche di molti lavoratori di quei profili specialistici.
Che tipo di INPS hanno in mente i nuovi vertici? A sei mesi dal loro insediamento sarebbe anche ora che scoprissero le carte e facessero capire in quale direzione intendano condurre l’Ente.
USB ha dichiarato la propria contrarietà anche alla maggiorazione dell’incentivo al personale delle sedi, delle direzioni regionali e della direzione generale assegnato a quelle che sono considerate direzioni di prodotto. Anche questa è un’idea che ci riporta indietro negli anni e che poggia su una sorta di cabala. Non sono i singoli lavoratori a decidere in quale direzione o ufficio essere collocati ma è l’Amministrazione a stabilire le singole assegnazioni. Perché, quindi, chi lavora al Bilancio, alle Risorse Umane, all’Organizzazione, alla Tecnologia Informatica, al Patrimonio o alle Risorse Strumentali, oppure ancora in qualche Coordinamento o ufficio medico, legale e tecnico, dovrebbe essere penalizzato rispetto agli altri lavoratori? Tutti svolgono una funzione importante e se l’assolvono con diligenza partecipano in ugual misura al raggiungimento degli obbiettivi dell’Istituto. Si parte per premiare i lavoratori delle sedi e si finisce per fare altro.
USB non è neanche d’accordo con l’attribuzione di una quota del 20% dell’incentivo alla contrattazione decentrata regionale per l’individuazione di progetti locali, proposta sostenuta con convinzione dalla CISL. Se i sindacati non riescono a far valere il diritto alla contrattazione sulla produttività nazionale perché mai dovrebbero riuscirci a livello regionale? Sono anni che l’Amministrazione stabilisce in piena autonomia obbiettivi e progetti e solo attraverso gli osservatori sulla produttività fornisce qualche elemento di conoscenza. C’è, quindi, innanzitutto da recuperare capacità contrattuale a livello nazionale, altrimenti si riversano su altri limiti e incapacità delle rappresentanze nazionali.
USB ha invece proposto di spostare verso la produttività generale parte delle risorse destinate ai progetti speciali, per mettere in sicurezza il salario dei lavoratori. Negli ultimi anni, infatti, i ministeri vigilanti e gli organi di controllo presenti in Istituto si sono accaniti con insistenza sulle risorse dei progetti speciali tentando di sottrarle al Fondo di Ente. Meglio ancora sarebbe trasferire tutte le risorse dell’incentivo su voci della retribuzione certe e stabili, come ha sempre proposto la RdB prima e la USB dopo, per impedire che l’Amministrazione ricatti i lavoratori con i loro stessi soldi. Alla riapertura della discussione sui contratti collettivi USB porterà anche questo tema al tavolo negoziale e si vedrà chi ci starà.
Riassumendo, la USB ha detto NO all’art. 4, comma 1, lettere a);b);g);h); della bozza di contratto integrativo presentata dall’Amministrazione, alla quota di incentivo da destinare all’individuazione di progetti regionali e alla maggiorazione del 30%, 20%, 10% dell’indennità ai responsabili di P.O. dei processi “core” e del controllo di gestione (vedi note 4 e 7 a pagina 12 della bozza dell’accordo).
C’è invece da reintrodurre la quota di maggiorazione dell’incentivo pari al 7% per 0i lavoratori dei livelli economici da A1 a C2 e la maggiorazione del 15% per il personale che si occupa di contenzioso, altrimenti a quei lavoratori c’è il rischio che sia richiesta la restituzione della parte d’incentivo erogata nel 2015.
USB ha chiesto di conoscere a che punto è l’integrazione del salario accessorio dei lavoratori provenienti dai diversi enti. Il contratto integrativo 2015 dovrebbe segnare un punto di svolta nell’equiparazione delle retribuzioni tuttavia senza produrre penalizzazioni. E’ ora che tutti i lavoratori siano considerati anche economicamente di uno stesso ente.
La bozza di contratto integrativo deve essere ampiamente modificata se si vuole la firma dell’accordo da parte della USB.