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PARLARE A NUORA PERCHE' SUOCERA INTENDA

Nazionale,

Comunicato n. 05/19

Presidente Boeri, lo scorso 18 gennaio sulla rete Intranet dell’Istituto è stato pubblicato un suo post nel quale ha riferito di aver depositato un esposto presso la Procura della Repubblica di Roma con la ricostruzione di accertamenti effettuati a partire da una particolareggiata denuncia anonima relativa al rispetto dei criteri di ammissione ad un concorso per dirigenti dell’INPS.

La prima considerazione che ci viene da fare è la seguente: avendo deciso di rivolgersi a tutto il personale non poteva essere più chiaro? Ci spieghiamo meglio. A quale concorso fa riferimento? Qual è il contenuto della denuncia anonima? Che tipo di accertamenti sono stati effettuati? Il linguaggio criptico della sua comunicazione sembra quasi indirizzato a chi è già a conoscenza dei fatti e non ha bisogno di tante spiegazioni. Allora perché rivolgersi a tutti i lavoratori? Forse per descrivere un ente sotto assedio della carta stampata, che per fortuna ha nel presidente un valido strumento di difesa e baluardo della legalità? Ci perdoni, ma avendo valutato nei quattro anni del suo mandato le scelte effettuate, almeno noi nella trappola non ci cadiamo. Non è la stampa a voler infangare l’immagine dell’Istituto, come lei scrive nel suo post, ma sono le scelte organizzative attuate nel corso del suo mandato, sono le sue continue esternazioni ad aver arrecato un grave danno all’INPS.  

La seconda considerazione attiene al mezzo utilizzato per tale comunicazione. E’ davvero inusuale che organi dell’INPS si servano di mezzi istituzionali per rispondere a critiche ed a contestazioni personali. Lo ha fatto lei in più occasioni e lo ha fatto anche il direttore generale Cioffi, quello che lei ha voluto a capo della gestione dell’Istituto, pur non avendo i requisiti per svolgere tale incarico, salvo poi rinnegarlo una volta emerso lo scandalo ENEL. I lavoratori, invece, devono sottostare alle vie gerarchiche e gli è impedito di prendere parola, pena il deferimento all’Area della responsabilità disciplinare. Ancora ci brucia il rimprovero verbale comminato ai colleghi che alcuni anni fa solidarizzarono con una nostra iniziativa a favore del personale delle Aree A e B. Ai lavoratori è proibito di rilasciare interviste o di esprimere giudizi sull’INPS sui social, mentre il vertice dell’Istituto con una battuta rilasciata alle agenzie di stampa può scatenare la reazione negativa dei cittadini utenti nei confronti di chi rappresenta l’INPS agli sportelli delle sedi. La repressione può scattare anche nei confronti di un dirigente generale non allineato, come è stato nel caso di Vitale quando era direttore centrale della Vigilanza. Il dirigente (che non è nostro amico ma non per questo non va difeso) nel 2016 fu sanzionato con quattro mesi di sospensione per aver pubblicato un messaggio Hermes di puntualizzazione a dichiarazioni  rilasciate alla stampa dai vertici dell’Istituto e diffuse all’interno dell’INPS con analogo messaggio Hermes.

L’ultima considerazione, presidente Boeri, vorremmo riservarla al concetto di trasparenza che tanto le è caro, ma solo a parole. Non vogliamo qui ripercorrere il lungo elenco di questioni che abbiamo sollevato più volte, ci limitiamo a quanto le abbiamo contestato dalle settimane successive alla sua nomina a presidente ed a quella di Cioffi a direttore generale. In nome della trasparenza e dell’onestà intellettuale, risponda una volta per tutte a questi due quesiti:

  • Ritiene davvero di poter vantare nel suo curriculum una qualificata esperienza nell’esercizio di funzioni attinenti al settore operativo dell’Ente, come richiesto dall’art. 3 del Decreto Legislativo 30 giugno 1994 N. 479, come modificato dall’art. 7, comma 7, lettera b) del Decreto Legge 31 maggio 2010 N. 78?
  • Ritiene davvero, come dichiarò nella proposta di nomina, che il dott. Massimo Cioffi fosse un esperto delle discipline attinenti ai compiti dell’Istituto stesso, come previsto dall’art. 3 del Decreto del Presidente della Repubblica 30 aprile 1970 N. 639, come modificato dall’art. 12, comma 3, della Legge 9 marzo 1989 N. 88, quando lo stesso interessato dichiarò apertamente nella prima riunione sindacale la sua inesperienza visto che proveniva dall’ENEL?

Siamo sicuri che anche stavolta non risponderà a queste due semplici e dirette domande, perché sarebbe necessario produrre un’inoppugnabile documentazione comprovante il possesso di tali requisiti che, a nostro parere, non è in grado di procurarsi. Ma non si preoccupi, potrà sempre far valere il motto del Marchese Onofrio del Grillo e noi che non contiamo nulla, secondo la tesi del Marchese, dovremmo abbozzare di fronte al potere, che raramente è chiamato a rispondere di quello che è, pensa e fa. Ma come sa bene noi non siamo un sindacato accomodante e continueremo le nostre battaglie, con determinazione e sempre con il massimo della trasparenza.