La nostra onestà intellettuale ci porta ad ammettere senza riserve gli errori che commettiamo e ieri, commentando il decreto che modifica la governance di INPS e INAIL e ripristina il Consiglio d’Amministrazione, abbiamo preso un abbaglio. Non ci siamo accorti che è stata completamente riscritta la parte relativa ai requisiti per essere nominati presidente e consiglieri dei due Istituti.
Il provvedimento ora è all’esame del Senato e proprio leggendo il testo a commento del Decreto Legge N. 4/2019 ci siamo accorti delle modifiche sostanziali apportate alla norma precedente: al futuro presidente dell’INPS non è più chiesto di avere capacità manageriale e qualificata esperienza nell’esercizio di funzioni attinenti al settore operativo dell’ente, com’era scritto all’art. 3, comma 3, del Decreto Legislativo 479/1994.
Riportiamo di seguito la parte dell’Atto del Senato N. 1018 in cui si affrontano le modifiche apportate all’art. 3, comma 3, del Decreto Legislativo 479/19940:
Per i componenti del consiglio (ivi compreso il presidente dell'ente) vengono richiesti - come già nel testo relativo ai previgenti consigli di amministrazione - comprovata competenza e professionalità, nonché indiscussa moralità ed indipendenza. Le novelle in esame (in base alla riformulazione dell'articolo 3, comma 3, del decreto legislativo n. 479 del 1994, operata dalla precedente lettera b) non prevedono anche requisiti più specifici per la nomina del Presidente - la disciplina finora vigente faceva riferimento ad alta professionalità, capacità manageriale e qualificata esperienza nell'esercizio di funzioni attinenti al settore operativo dell'ente -.
Riportiamo ora l’art. 3, comma 3, del D.Lgs 479/1994 prima delle attuali modifiche:
3. Il presidente ha la rappresentanza legale dell'Istituto, può assistere alle sedute del consiglio di indirizzo e vigilanza ed è scelto in base a criteri di alta professionalità, di capacità manageriale e di qualificata esperienza nell'esercizio di funzioni attinenti al settore operativo dell'Ente.
Il governo giallo-verde, quindi, ha cancellato tra i requisiti per diventare presidente dell’INPS quelli relativi alla capacità manageriale ed alla qualificata esperienza nell’esercizio di funzioni attinenti al settore operativo dell’ente, in questo caso la previdenza sociale. Scompaiono così i requisiti che abbiamo sempre sostenuto mancassero a Boeri. Ieri “il Manifesto” indicava nel prof. Pasquale Tridico il possibile successore di Boeri, asserendo che la norma sia stata scritta in quel modo per favorire un candidato per nulla esperto di materie previdenziali.
Lo abbiamo scritto ieri e lo ripetiamo oggi: chiediamo al governo di mandare i migliori a governare l’INPS, quelli che di previdenza sociale non solo ne sappiano abbastanza ma che abbiano anche maturato esperienze sul campo, come peraltro prevedevano le norme prima che una manina scellerata intervenisse per cancellarle. Dopo Mastrapasqua e Boeri l’INPS non sopporterebbe ulteriori colpi che potrebbero essere mortali.