Venerdì 27 marzo è stato presentato in collegamento business tv il progetto ”La mia pensione”, ovvero la possibilità per i lavoratori iscritti alle gestioni previdenziali dell’INPS di consultare la propria posizione contributiva e di simulare il calcolo della futura pensione. Un progetto al quale il Presidente Boeri tiene molto e la cui realizzazione è stata affidata al Dott. De Luca.
Entro il 2015 saranno interessati circa 12 milioni di lavoratori dipendenti, autonomi e agricoli. Progressivamente l’accesso dovrebbe essere consentito a tutte le altre categorie.
Alcune riflessioni sui contenuti della videoconferenza
Abbiamo ascoltato dai diversi interventi che l’INPS deve recuperare un’immagine e una credibilità che risultano offuscate. Se è vero, e probabilmente lo è, perché non si dice con chiarezza di chi è la responsabilità di questa perdita d’immagine? Altrimenti, si può pensare che la colpa sia dei lavoratori, che invece hanno continuato a fare quello che gli è stato chiesto, nonostante il blocco del contratto collettivo, la decurtazione dell’organico, le contraddittorie scelte organizzative, i continui processi di soppressione e di accorpamento degli enti (IPOST/INPDAP/ENPALS). L’immagine del salvadanaio di vetro, tanto cara a Boeri, non deve riguardare solo il singolo portafoglio previdenziale ma l’intera attività dell’Istituto. Quindi chiediamo ai vertici di dire con chiarezza chi ha compromesso la credibilità dell’INPS, all’interno e all’esterno dell’ente, perché a nostro parere ci sono anche precise responsabilità politiche che non andrebbero taciute, come nel caso della soppressione tout court di un ente complesso come l’INPDAP.
Nel corso della videoconferenza è stata sottolineata l’importanza dell’attività di consulenza, che diventerà sempre più preminente, mentre è stata mortificata l’attività d’informazione fin qui svolta dai lavoratori agli sportelli, affermando che ci si è limitati ad assorbire quanto detto dai cittadini senza dare nulla e sottolineando che è mancata l’interattività. Vogliamo pensare ad un equivoco linguistico o ad un attimo di scarsa lucidità, perché altrimenti l’affermazione sarebbe offensiva e non veritiera. L’attività d’informazione dell’INPS è di gran lunga più efficace di quella di molte altre amministrazioni pubbliche. Sono le regole organizzative che l’Istituto si è dato ad impedire semmai ai funzionari di svolgere pienamente il proprio compito, come nel caso dell’accesso a procedure ormai affidate ai soli soggetti esterni, come i patronati. Con un organico che ha subito i tagli lineari della spending review, l’aumento dei carichi di lavoro, il processo d’integrazione tra gli enti e la mancanza di risorse per lo straordinario, con chi si pensa di fare consulenza ai cittadini?
Il punto centrale della videoconferenza è stato caratterizzato dalla presentazione del nuovo gioco di società “La mia pensione”, presto disponibile sul sito dell’Istituto. Con un semplice PIN il lavoratore potrà visualizzare il proprio estratto contributivo aggiornato e simulare la futura pensione, anche se ha maturato solo pochi anni di anzianità lavorativa. Ed è qui che a nostro parere sorgeranno i primi problemi.
Il “gioco” attirerà milioni di lavoratori che saranno curiosi di verificare l’entità del loro assegno pensionistico, ma se il soggetto interrogante avrà maturato pochi contributi l’importo della pensione avrà la stessa attendibilità del responso di una maga che interroga una palla di vetro. Sarà mica a quest’immagine che si è ispirato il Presidente Boeri quando ha pensato al salvadanaio di vetro? Il rischio di un effetto boomerang è alto se non si mettono dei paletti, come per esempio far accedere alla simulazione solo chi ha maturato almeno i requisiti minimi per la pensione, o assegnare una percentuale di attendibilità alla simulazione a seconda dell’anzianità lavorativa maturata. Milioni di lavoratori, dopo aver giocato a “La mia pensione”, si recheranno nelle sedi dell’INPS o in quelle dei patronati per chiedere spiegazioni, conferme o, in una percentuale che temiamo elevata, per protestare perché l’importo della pensione non li soddisferà.
Qui probabilmente partirà la seconda fase del “gioco”, che potremmo chiamare “La mia pensione bis” oppure “La mia pensione 2, la vendetta”. Il lavoratore imbufalito, che piomberà negli uffici lanciando strali contro quei fannulloni dei lavoratori pubblici, tanto la colpa di tutto quello che di male accade nel Paese è loro, oppure chiederà a brutto muso la restituzione di quanto versato ed è facile che accada nel caso di lavoratore autonomo, troverà ben addestrato e formato il consulente dell’INPS o del patronato che gli prospetterà gli effetti benefici di una pensione complementare privata da affiancare al misero assegno pubblico. Il Prof. Boeri non ci incanta quando parla di operazione di trasparenza, l’obbiettivo vero è dare ossigeno ad una previdenza integrativa ormai al collasso, che finora non è riuscita ad essere attrattiva per i lavoratori. Il progetto è vecchio, all’INPS se ne parla da anni: trasformare i funzionari in consulenti della previdenza privata. Come al solito in questo Paese ci vuole qualcuno che si dichiari “di sinistra” per realizzare un progetto “di destra”.
Noi pensiamo che si debba invece rilanciare la previdenza sociale pubblica, a partire dalla cancellazione della Riforma Fornero. Dobbiamo impedire che l’INPS si trasformi in un ente esclusivamente assistenziale, erogatore di sole pensioni sociali. Occorre tornare ad un sistema di calcolo della pensione che assicuri assegni dignitosi ai pensionati di domani, destinati con l’attuale sistema contributivo ad una vecchiaia di fame. Le proposte le abbiamo indicate da tempo e ci siamo anche stancati di ripeterle ogni volta. Come lavoratori dell’INPS ci sentiamo parte integrante del sistema di garanzie, che lo si voglia chiamare Stato sociale o Welfare, ma non saremo mai disponibili a fare i consulenti dei Fondi privati di previdenza. Il Prof. Boeri se ne faccia una ragione e non dimentichi che è il Presidente dell’INPS e non di una società di previdenza privata. Ci sembra di assistere ad un déjà vu chiamato Antonio Mastrapasqua. Speriamo di sbagliarci.