03 ottobre 2013 - Roma Notizie
INPS: USB, AMPIA ADESIONE AL BLACK OUT INFORMATICO DI PROTESTA
Computer spenti oggi all’INPS, per protestare contro il taglio di 300 euro di retribuzione mensile, nella giornata di black out informatico indetta dall’USB a cui hanno aderito migliaia di lavoratrici e di lavoratori.
Il successo dell’iniziativa esprime il concreto malessere degli operatori della previdenza sociale rispetto ai tagli al bilancio dell’INPS e alle retribuzioni, oltre alla mancanza di un finanziamento del processo d’integrazione dell’INPDAP e dell’ENPALS con l’INPS, che rischia così di essere pagato dagli stessi lavoratori.
L’attività di sportello non è stata interrotta, per poter informare i cittadini e chiedere loro di unirsi a questa battaglia per la difesa e il rilancio delle funzioni della previdenza sociale pubblica, contro la privatizzazione e la soppressione di servizi che dovrebbero essere garantiti dall’INPS.
La protesta continuerà nei prossimi giorni e i suoi contenuti troveranno spazio all’interno della piattaforma sindacale che caratterizzerà lo sciopero generale del prossimo 18 ottobre.
03 ottobre 2013 - Udine Today
Inps: sedi chiuse per protesta, troppi i tagli richiesti
L'Unione sindacale di base fa sapere che i computer sono spenti per un giorno. Aperti solo gli sportelli. "Il Governo ci chiede tagli per 532 milioni di euro, ovvero il 50 per cento delle spese. A rischio la previdenza degli italiani"
Udine - Sportelli chiusi all'Inps, per protesta. "Oggi abbiamo deciso di tenere spente le apparecchiature informatiche della sede - fa sapere l'Usb - per l’intera giornata lavorativa, ad eccezione di quelle che servono a svolgere il servizio d’informazione agli sportelli. E’ una protesta forte, che si è resa necessaria perché è in atto un vero e proprio tentativo di messa in liquidazione dell’Inps. Molti servizi e attività che prima venivano gestiti dai nostri uffici oggi sono possibili solo in via telematica e molti di voi sono costretti a rivolgersi a patronati, caaf, commercialisti, non di rado con un costo diretto, mentre in precedenza tali servizi e attività erano gratuiti.
Oltre a questo, con diverse disposizioni di legge si è arrivati a chiedere all’Inps 532 milioni di euro all’anno di risparmi, che equivalgono al 50% delle spese di funzionamento. E’ come se all’improvviso vi dicessero che dovete gestire la vostra quotidianità con la metà delle somme che avete disponibili. Per raggiungere questi risparmi, che noi chiamiamo tagli e che stanno mettendo in difficoltà il funzionamento dell’ente, il Ministero dell’Economia vuole imporre all’Inps la decurtazione di 300 euro mensili dalla retribuzione di ciascun dipendente, rifiutando il piano economico presentato dall’ente di previdenza. Insomma, non si accontentano nemmeno dei 532 milioni di euro all’anno, vogliono per forza che una parte sia presa dagli stipendi dei dipendenti.
La nostra protesta si propone di contrastare lo smantellamento della previdenza sociale pubblica, restituire valore alle pensioni e al ruolo dell’Inps, difendere le nostre retribuzioni. Dobbiamo stringere tra noi una forte alleanza, perché comune è l’interesse a bloccare questo criminoso attacco allo Stato sociale in nome dei grandi poteri finanziari internazionali".
04 ottobre 2013 - Il Piccolo di Trieste
mobilitazione
Inps, sindacati sul piede di guerra
Pc spenti per gli aderenti Usb, oggi anche altre sigle in assemblea
Trieste - «Contro la privatizzazione, lo smantellamento, la liquidazione dell’Inps»: l’Unione sindacale di base ha iniziato ieri una mobilitazione dei lavoratori con una protesta che coinvolgerà tutte le sedi Inps del Friuli Venezia Giulia e che continuerà nelle prossime settimane (il 9, 10, 16, 17 e 18 ottobre). «Tutti i computer degli uffici sono rimasti chiusi in tutte le sedi – annuncia Daniela Gomizel del coordinamento regionale Usb Pubblico Impiego - per denunciare i danni che i progetti di riorganizzazione stanno determinando all’utenza e ai dipendenti: taglio del 50% delle spese di funzionamento; taglio degli stipendi di 300 euro mensili; taglio dei servizi gratuiti al cittadino; appalti esterni da 170 milioni; taglio del 10 per cento dei dipendenti». La lotta insomma è appena cominciata. «A questo primo black out informatico – sottolinea l’esponente della Usb – se ne aggiungeranno altri a partire dalla prossima settimana fino a quando il governo e i ministeri vigilanti non recederanno dai loro intenti. Abbiamo deciso di tenere spente le apparecchiature informatiche della sede per l’intera giornata lavorativa, ad eccezione di quelle che servono a svolgere il servizio d’informazione agli sportelli». Sul piede di guerra sono comunque tutti i sindacati. Cgil, cisl, Uil e Cisal hanno proclamato lo stato di agitazione dei lavoratori Inps e una manifestazione stamattina dalle 8.30 alle 10.30 di fronte alla sede provinciale dell’Istituto. «Non permetteremo nessun taglio alle retribuzioni in godimento – scrivono i sindacati in una nota - e nessuna ulteriore riduzione delle risorse destinate all’erogazione dei servizi previdenziali. Se ci sono tagli da fare sono quelli sulla spesa improduttiva e sulle risorse inutilizzate». Alcuni disagi per l’utenza sono previsti dunque oggi a causa della mobilitazione. «Dalle 8.30 alle 10.35 i servizi di informazione all’utenza potrebbero non essere garantiti o subire dei rallentamenti», informa infatti in una nota la sede Inps di Trieste.
04 ottobre 2013 - Il Gazzettino
IL CASO I dipendenti spengono le apparecchiature
All’Inps "sciopero del computer". Contro tagli e riduzioni di addetti
Pordenone - All’Inps lo sciopero è on-line: ieri il sindacato di base Usb ha proclamato lo "sciopero del computer" per protestatre contro il rischio di una privatizzazione dell’ente, del taglio del 50% delle spesi di funzionamento, del taglio degli stipendi di 300 euro e della riduzione del 10 per cento degli addetti. Nella sede di Pordenone, secondo l’Usb regionale, alla protesta ha aderito il 20 pe cento degli addetti. Tutte le postazioni che servono l’utenza sono state comunque garantite. «È una protesta forte, che si è resa necessaria perché è in atto un vero e proprio tentativo di messa in liquidazione dell’Inps. Molti servizi e attività che prima venivano gestiti dai nostri uffici oggi sono possibili solo in via telematica e molti utenti sono costretti a rivolgersi a patronati, caaf, commercialisti, non di rado con un costo diretto, mentre in precedenza tali servizi e attività erano gratuiti». L’Ubs teme che in Regione ci sia il taglio di 78 addetti sui quasi 500 complessivi. «Oltre a questo - prosegue il sindacato - con diverse disposizioni di legge si è arrivati a chiedere all’Inps a livello nazionale 532 milioni di euro all’anno di risparmi, che equivalgono al 50% delle spese di funzionamento». L’Ubs ha dichiarato lo sciopero generale per il prossimo 18 ottobre.
04 ottobre 2013 - Libertà
Un "black out" informatico di più giornate per dire no alla politica dei tagli
di Paola Arensi
Codogno - Un "black out" informatico di più giornate per dire no alla politica dei tagli. E' la protesta iniziata ieri, su invito dell'Usb (Unione sindacale di base per il pubblico impiego) nelle sedi dell'Inps a Codogno (in viale Risorgimento), a Lodi (ni via Besana) e a Sant'Angelo (in viale Montegrappa). Un centinaio di dipendenti, che si sono comunque presentati negli uffici, hanno spento i loro computer e lo faranno per due e tre giorni anche la settimana prossima e quella successiva. L'iniziativa, che ricalca lo stato d'agitazione nazionale esistente da mesi, è stata battezzata "Spegniamo i pc e accendiamo la protesta" e proseguirà fino al raggiungimento degli obiettivi sindacali. «Protestiamo contro il taglio dei servizi offerti all'utenza e contro il taglio ai salari dei lavoratori, deciso dal Ministero di economia e finanze, nell'unica ottica di contenimento dei costi» hanno spiegato i dipendenti pubblici. «All'Inps è stata imposta la decurtazione del 50% delle spese di funzionamento (vedi il mancato invio del Cud agli utenti, che nei mesi scorsi ha procurato molti disagi, ndr) ed è stato chiesto di tagliare 300 euro al mese di retribuzione dal compenso accessorio (premio produzione) a ciascun dipendente. Cose inaccettabili - dice il sindacalista Usb Michele Riccardi -. Così si affossa la funzionalità dell'ente e si mortificano i lavoratori, già provati da quattro anni di blocco dei contratti e delle retribuzioni. Senza contare la tristezza di vedersi davanti continuamente persone in difficoltà e che spesso, per questi tagli e l'esternalizzazione di molti servizi, come quelli inerenti la maternità e la cassa integrazione, non si possono più aiutare». Ma negli uffici di Codogno, Lodi e Sant'Angelo ci sono anche altri problemi tecnici: «Cancelleria scarsa, mesi di attesa per aggiustare gli strumenti di lavoro, come le fotocopiatrici - riferisce Riccardi -. Fatti che provocano malcontento in primis nell'utenza, con la quale ci vogliamo alleare per evitare nuovi disservizi, ma anche tra il personale ormai esasperato. Fa rabbia sapere che l'Inps è in attivo e quindi virtuoso, ma lo Stato vuole usarlo come bancomat per saldare i suoi debiti e quindi ciò che avanzerebbe dall'indelicata manovra finanziaria, andrebbe solo nelle sue tasche». I dipendenti Inps, viene annunciato, continueranno a protestare incontrando la gente, organizzando flash mob (eventi improvvisi e rapidi) in centro città a Lodi, andando a Roma per lo sciopero nazionale del 18 ottobre. Fuori dalle sedi, intanto, sono stati appesi manifesti di protesta.
Alétheia Online
Black out informatico all’Inps. L’Usb promuove la paralisi dei computer come protesta sindacale
“Invitiamo le lavoratrici e i lavoratori dell’INPS a tenere spenti i PC per l’intera durata della giornata lavorativa di domani 3 ottobre, ad eccezione degli sportelli d’informazione ai cittadini. Dalla Direzione generale l’amministrazione è in grado di registrare la caduta di corrente che equivale a caduta della produzione e al successo della protesta”.
Così l’Usb promuove la protdesta indacale dei lavoratori del comparto pensionistico. auspicando un vero black out informatico del sistema pensionistico durante tutta la giornata
“Non è la prima volta che Usb promuove tale forma di contestazione e mai nessuno è stato sanzionato disciplinarmente. Dobbiamo dare prova di compattezza e forza, come sta accadendo nella sede metropolitana di Napoli e in diverse altre sedi”.
“Sta crescendo ora dopo ora la rabbia dei lavoratori – prosegue l’Usb -, che spesso riesce a tradursi in mobilitazione unitaria, troncando qualunque tentativo di egemonizzare la protesta e di mettere cappello sulle diverse iniziative. A livello locale si stanno cercando le strade più opportune per contribuire alla protesta generale contro il taglio di 94 mln delle risorse destinate ai progetti speciali e contro il mancato finanziamento del processo d’integrazione di Inpdap e Enpals con l’Inps. Va bene così, ognuno metta un sassolino per fermare l’infernale ingranaggio”.
La Città di Salerno
I dipendenti dell’Inps insorgono Scatta il “black out” informatico
Tagli all’Inps: insorgono sindacati e lavoratori. E minacciano il “black out” informatico per un’ora, a cominciare da giovedì mattina. Una protesta singolare contro i tagli decisi dall’Istituto...
Tagli all’Inps: insorgono sindacati e lavoratori. E minacciano il “black out” informatico per un’ora, a cominciare da giovedì mattina. Una protesta singolare contro i tagli decisi dall’Istituto nazionale di previdenza sociale che ha approvato una nota di variazione al proprio bilancio. E così le rappresentanti sindacali unitarie della sede Inps di Salerno e quelle della Gestione dirigenti pubblici, hanno preso carta e penna e hanno scritto alla direzione provinciale e al personale, informando dell’azione di protesta e invitando i dipendenti ad aderire. «Le Rsu – si legge in un documento – stigmatizzano il tentativo di depotenziare il sistema previdenziale attraverso il taglio delle risorse destinate ai compensi incentivanti». Quindi la proclamazione dello stato di agitazione delle strutture della sede di Salerno. «A partire da giovedì 3 ottobre – si legge ancora nel documento – verrà indetta un’ora di assemblea giornaliera, dalle 10 alle 11, con black out informatico, che si terrà nel salone del comitato provinciale di Salerno, nel punto ristoro della sede Inps di rione Petrosino e nella sala riunioni della sede di via Lanzalone». Una protesta che, dunque, causerà un disservizio, seppur temporaneo, all’utenza. Una forma estrema di ribellione contro le decisioni dei vertici dell’istituto.
Quella che comincerà dopodomani e solo l’ultima protesta che, negli anni, è stata messa in atto dai dipendenti dell’Inps: si va dalle battaglie per la stabilizzazione dei precari fino a quelle per contenere i disservizi all’utenza.
Mattia A. Carpinelli
03 ottobre 2013 - Corriere dell'Alto Adige
Protesta all'Inps, il presidente «assediato»
I dipendenti occupano l'ufficio di Bachmayer. Domani un'altra assemblea
di Luca Tommasini
Bolzano - Grande agitazione ieri alla sede dell'Inps di Bolzano, dove è stata occupata la stanza del presidente Helmut Bachmayer. I dipendenti Inps, appresa la notizia che l'amministrazione centrale ha deciso di non rinnovare alla scadenza i comandi presso la sede Inps di Bolzano, hanno valutato che questa decisione, sommata alla già grave carenza di organico e ai prossimi pensionamenti, avrà un effetto devastante sull'erogazione dei servizi essenziali. La situazione è aggravata dal fatto che in provincia di Bolzano non ci si può avvalere della mobilità interregionale e nazionale, in quanto le norme dello Statuto di autonomia non lo consentono. Dopo un'assemblea, quindi, i dipendenti hanno deciso di occupare e assediare, assieme alle organizzazioni sindacali territoriali del Pubblico impiego Cgil, Cisl, Uil, Cisal e Usb, e le Rsu di sede, la stanza del presidente Helmut Bachmayer, esortandolo a contattare immediatamente il direttore generale Mauro Nori. Il presidente è stato in seguito raggiunto telefonicamente dal direttore centrale delle risorse umane Sergio Saltalamacchia, il quale, già a conoscenza della grave situazione di carenza del personale della sede Inps/ ex Inpdap di Bolzano, ha assicurato che intanto i tre comandi in scadenza saranno prorogati fino alla fine dell'anno, in attesa che venga rivista al più presto la dotazione organica della sede di Bolzano come previsto dalle norme di attuazione del dpr 752/76. «La situazione riguardante la carenza di personale è insostenibile spiega Cristina Girardi, della Uil a Bolzano abbiamo una produzione propria ed è sotto organico, soprattutto per quanto riguarda l'Inpdap che era sotto di oltre il 50% e per questo aveva un personale distaccato: senza questo non riusciamo ad assicurare i servizi e per questo oggi siamo andati a farci dare questa rassicurazione, prima che anche Bolzano finisse nel mare magnum nazionale». Presente alla manifestazione anche Andrea Beggio, della Cgil: «C'era un dipendente del personale di comando che era in scadenza già il 3 ottobre afferma perciò la questione era prioritaria: la gestione rischia di restare paralizzata, intanto c'è stata data una rassicurazione per quanto riguarda le scadenze più vicine, vediamo se il procedimento verrà attuato». Lo stato di agitazione del personale contro i tagli dei servizi e dei salari continuerà domani con un'assemblea unitaria informativa, prevista dalle ore 10 alle 11 presso gli sportelli delle sedi Inps della provincia di Bolzano, in concomitanza di tutte le altre sedi Inps d'Italia.
03 ottobre 2013 - Il Centro
CRISI DEL LAVORO » PROVINCIA IN MAGLIA NERA
Inps, spenti i computer contro i 25 esuberi
Assemblea permanente per dire no ai tagli del personale imposti dal governo I sindacati: le buste paga potrebbero alleggerirsi di 300 euro al mese
di Jari Orsini
Chieti - Assemblee sindacali permanenti, sportelli chiusi e computer spenti per lamentare i tagli imposti dallo Stato all’ente e la possibile decurtazione di 300 euro mensili ai lavoratori. I dipendenti dell’Inps-Inpdap della provincia di Chieti sono in stato di agitazione. Ieri, nella sede centrale di via Spezioli, all’interno del complesso commerciale del Theate center, è andata in scena la prima giornata di mobilitazione del personale. Preoccupato dal taglio di 537 milioni di euro imposto dal governo agli istituti Inps-Inpdap dislocati sul territorio nazionale. «Molti servizi svolti di solito dall’Inps» spiega Silvio Di Primio, dell’Unione sindacale di base «sono stati affidati a soggetti terzi con un aggravio di spese notevole per l’istituto». L’Inps, ad esempio, ha cessato il servizio che prevedeva la spedizione dei cud ai pensionati. Il rischio, a detta dei sindacati, è che, a breve, altre attività possano essere esternalizzate. Sarebbe una catastrofe anche in termini di contrazione della pianta organica. La diminuzione sensibile dei fondi erogati dallo Stato ha già comportato tremila esuberi di personale in tutta Italia. Nelle sedi Inps-Inpdap di Chieti e provincia, dove trovano occupazione circa 220 lavoratori, sono 25 coloro che, a partire dal 2014, resterebbero senza lavoro. I timori del personale sono anche di carattere economico. L’istituto, entro il 31 ottobre, deve versare sul conto corrente dello Stato i 537 milioni di euro tagliati di netto dal governo. I dipendenti dell’Inps-Inpdap, secondo i sindacati, potrebbero subire una decurtazione di 300 euro mensili dallo stipendio. «Peraltro» riprende Di Primio «sottoforma di conguaglio in quanto il taglio dello stipendio dovrebbe essere calcolato dal 1 gennaio dell’anno in corso». La Rsu ha quindiproclamato lo stato di agitazione che verrà portato avanti con assemblee sindacali quotidiane, fino al 18 ottobre, e con la chiusura degli sportelli. Una protesta amplificata dallo spegnimento dei computer. Il black-out dei terminali, che non permetterà di eseguire alcuna operazione, verrà ripetuto nelle giornate del 9, 10, 16,17 e 18 ottobre. Solidarietà ai lavoratori è stata espressa da Leonardo De Gregorio, consigliere del comitato provinciale dell’Inps.
Rietinvetrina.it
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AGITAZIONE INPS, SOSPENSIONE SERVIZIO SPORTELLO E BLACK OUT INFORMATICO
RSU dell'Inps ed ex Inpdap riunitasi oggi, su mandato dell'assemblea dei lavoratori del 2 ottobre, per decidere in merito alle iniziative da intraprendere contro il vergognoso attacco alle retribuzioni dei lavoratori ai quali sono stati decurtati da parte del MEF 94milioni di euro, ha deciso di aderire alle iniziative indette a livello nazionale da tutte le sigle sindacali.
ILTEMPO.it |
03/10/2013 06:08
Tagli di addetti e risorse Stato d’agitazione all’Inps
L'assemblea del personale dell'Area provinciale INPS di Chieti ha deciso lo stato di agitazione. È dell’altro giorno infatti la notizia che il MEF (Ministero Economia e Finanza) ha ripristinato l’ult...
L'assemblea del personale dell'Area provinciale INPS di Chieti ha deciso lo stato di agitazione. È dell’altro giorno infatti la notizia che il MEF (Ministero Economia e Finanza) ha ripristinato l’ulteriore taglio di 94 milioni di euro alle spese di funzionamento dell’ istituto. Già a maggio e giugno i lavoratori avevano costretto il MEF a fare marcia indietro su questo argomento ma ora la situazione è di nuovo precipitata; infatti entro il 31 ottobre l’Inps dovrà versare al Governo una somma complessiva di circa 537 milioni di euro sottratti alle spese di funzionamento dell’istituto che ammontano a circa un miliardo e 200 milioni di euro (taglio, quindi, di quasi il 50%). In questa situazione per far quadrare i conti l’Inps deve provvedere anche a tagliare le retribuzioni dei propri dipendenti per una somma pari a circa 300 euro mensili. Tutto questo mentre con gli effetti della Spending review l’INPS perderà circa 3000 dipendenti entro il 2014 e l’Area e di Chieti ne perderà una trentina. Si terrannp assemblee permanenti tutti i giorni dalle ore 8,30 alle ore 12,45 da ieri, 2 ottobre, a venerdì 18 ottobre; black out informatico, cioè tenere i computer spenti a partire da oggi 2 ottobre e nei giorni9 e 10 ottobre e 16, 17 e 18 ottobre.
Redazione online
04 ottobre 2013 - Il Cittadino
Black out dei pc nella sede Inps, è battaglia su tagli e salari
Lodi - Computer spenti all’Inps, questa volta la protesta dei lavoratori passa attraverso un black out informatico. Nella giornata di ieri i lavoratori hanno aderito in massa all’iniziativa indetta su tutto il territorio nazionale: «Abbiamo scelto questa forte forma di protesta perché forte è l’attacco alle funzioni dell’Inps e agli stipendi dei dipendenti – esordisce Michele Riccardi dell’Usb pubblico impiego –. All’Inps è stata imposta la decurtazione del 50 per cento delle spese di funzionamento, che si è tradotta in una riduzione dei servizi ed è stato chiesto di tagliare 300 euro al mese di retribuzione a ciascun dipendente». Oltre alla sede di Lodi, che conta un centinaio di dipendenti, anche i presidi di San Donato, via Ripamonti a Milano e Crema sono state coinvolti nella protesta. «Abbiamo tenuto acceso solo il pc dello sportello per non creare disagio agli utenti - precisa il sindacalista -, vorremmo coinvolgerli nelle nostre manifestazioni per far capire davvero che cosa sta accadendo all’Inps».Lo stato di agitazione non si è ancora placato, «andremo avanti fino a quando non si risolverà la situazione», assicura Riccardi. Oggi nella sede del capoluogo si terrà un’assemblea e gli sportelli saranno chiusi indicativamente dalle 10 alle 12.30, mentre nelle prossime settimane l’intenzione è quella di organizzare altre iniziative, anche insieme agli esodati. Il 18 ottobre, inoltre, i lavoratori parteciperanno allo sciopero che coinvolgerà diverse categorie. «Il ministero dell’Economia ha respinto il piano risparmi dell’Inps e ha chiesto dei tagli effettivi - spiega Riccardi -. La legge di stabilità impone tagli alle spese per 520 milioni di euro su una spesa complessiva di gestione di circa 1 miliardo. Con la riduzione dei servizi, per esempio il mancato invio del Cud, si sono risparmiati 40 milioni, senza contare che qualsiasi operazione si debba fare è necessario farla on line: se sei capace bene, altrimenti devi rivolgerti a consulenti o patronati. Infine, 94 milioni arriveranno dagli stipendi dei lavoratori, dai premi produzione. Su uno stipendio di 1.500 euro è stata chiesta una decurtazione di circa 300 euro in meno al mese».Al momento è congelato il problema degli esuberi, che a Lodi potrebbero coinvolgere una decina di persone. La precedenza sarà data a coloro che hanno i requisiti per andare in pensione. L’Usb osserva che oltre alle difficoltà legate al contesto generale, ci sono le criticità di tutti i giorni: carta e toner che mancano, fotocopiatrice che quando guaste non vengono tempestivamente riparate.«L’Inps non può essere il bancomat dello Stato - conclude Riccardi -, ha un bilancio di 800 miliardi di euro ed è il più grande ente previdenziale. Questa non è una richiesta di risparmi, è una persecuzione. Si affossa la funzionalità dell’ente e si mortificano i lavoratori, già provati da quattro anni di blocco dei contratti e delle retribuzioni».
04 ottobre 2013 - Il Mattino
Sit in di protesta, stamattina, del personale dell’Inps...
di Sabino Russo
Salerno - Sit in di protesta, stamattina, del personale dell’Inps dinanzi ai cancelli della sede centrale. I lavoratori, già in stato di agitazione, protestano contro il taglio del 50 per cento delle spese di funzionamento degli stipendi di 300 euro mensili, dei servizi gratuiti al cittadino e del 10 per cento dei dipendenti, oltre che per la concessione di appalti esterni per 170 milioni di euro. La mobilitazione è stata indetta dalle federazioni del pubblico impiego di Cgil, Cisl, Uil, Cisal e Usb. Dopo le assemblee tenutesi ieri in tutte le sedi dell’ente, oggi la protesta proseguirà, non solo a Salerno, con sit-in, manifestazioni e volantinaggi. Una mobilitazione lanciata per scongiurare il rischio di una riduzione del livello dei servizi che l’Inps ha sinora garantito, anche grazie al finanziamento di quei progetti speciali che il piano di riduzione della spesa varato dall’istituto sta seriamente mettendo in discussione e per evitare un duro colpo alle buste paga dei dipendenti. «L’assemblea del personale della sede Inps di Salerno, unitamente alle RSU, condanna con fermezza i continui attacchi che si stanno perpetrando nei confronti dell’ente e della sua funzione sociale – si legge nella nota – Si oppone con forza ad ogni misura tesa a ridurre il ruolo dell’Inps anche attraverso il taglio delle retribuzioni del personale. Pertanto continua a mantenere lo stato di agitazione fino a quando non vi saranno risposte certe». I sindacati lamentano una perdita media in busta paga di 9mila euro a dipendente, a cui va aggiunto un ulteriore taglio dell’incentivo, che equivale ad altri 4mila euro all’anno, che fanno da contraltare all’aumento del carico di lavoro aggiuntivo, degli ultimi anni, come le procedure per la cassa integrazione, la mobilità, la disoccupazione e il Tfr delle ditte fallite. La mobilitazione di stamattina fa seguito a quella del giugno scorso, durante la quale il personale dell’Inps di Salerno protestò contro il ridimensionamento degli sportelli, la chiusura di intere sedi sul territorio e i tagli imposti dalla spending review.
Abruzzo24ore.tv
Tagli all'INPS, i dipendenti scendono in piazza "contro chi vuole affossare l'Ente"
Nell'attuale contesto di profonda crisi economica, anche la previdenza sociale ha raggiunto i minimi storici, a causa di continui e pesanti tagli imposti alla stessa INPS (Istituto Nazionale di Previdenza Sociale).
E' evidente che, indebolendo l'INPS, si va ad indebolire sempre più lo stato sociale, ed é per questi motivi che i dipendenti delle sedi abruzzesi dell'Ente, riuniti sotto varie sigle sindacali, hanno deciso di intraprendere questa mattina una protesta di fronte il palazzo della prefettura di Pescara.
"Si tratta di un vero e proprio attacco che da anni viene perpetrato nei confronti dell'istituto, con il fine ultimo di smantellarne il ruolo", ha dichiarato, rincarando la dose, Vito Pavone dell'USB, impiegato presso l'INPS di Teramo.
Attraverso leggi e spending review, infatti, negli ultimi anni l'INPS ha subito un taglio in termini di bilancio di addirittura 532 milioni di euro (il 50% dei quali riguardano le spese di funzionamento dell'istituto), senza dimenticare la sempre maggiore esternalizzazione dei servizi, tra consulenze esterne ed il ricorso ad aziende private per la preparazione delle istanze di presentazione o per la produzione dei software.
Tutte decisioni che, secondo Pavone, "andranno inevitabilmente a penalizzare sia gli utenti che la redistribuzione, oltre a noi dipendenti, passati da 40.000 a 26.000, oltre ad aver dovuto subire l'accorpamento con altri enti a fronte di un aumento di competenze cui non é corrisposto alcun aumento contrattuale".
"Stiamo assistendo alla volontà di distruggere la previdenza pubblica a vantaggio esclusivo di quella privata", ha concluso il rappresentante USB, ricordando come "insieme a tutte le altre organizzazioni sindacali continueremo ad intraprendere nuove iniziative di protesta, come quella di oggi e come il blackout informatico di ieri negli uffici di tutte le sedi INPS d'Abruzzo".