Non è la prima volta che ci interessiamo della multinazionale artefice del processo di riorganizzazione dell’INPS avviato alla fine del 2008. La KPMG è penetrata, nel tempo, all’interno delle attività nevralgiche dell’Istituto, assumendo un ruolo di primo piano non solo nell’informatica ma nella formazione, nella vigilanza e negli altri settori strategici.
A disposizione degli uomini in nero della KPMG in Direzione Generale ci sono uffici e strumenti informatici, mentre i colleghi ex IPOST del settore previdenza sono dislocati in modo sparso nella Sede di Roma Eur senza neanche i mezzi per lavorare. Perché non togliere gli uffici agli uomini in nero e darli ai nostri colleghi?
Sembra addirittura che il Coordinamento generale Statistico Attuariale (su ordine di chi?) abbia messo a disposizione di KPMG non i dati statistici, che pure dovrebbero rimanere saldamente in mano pubblica, ma addirittura strumenti e formule per costruire i dati di bilancio. Se la notizia fosse vera sarebbe ancora più forte l’allarme per l’esistenza di un progetto, che denunciamo da tempo, di sottrazione di funzioni all’ente per affidarle ai privati. Quali sarebbero i dati forniti all’esterno, quelli elaborati da KPMG o quelli della Direzione centrale Bilancio? E quali pressioni si eserciterebbero su quella Direzione per cercare di addomesticare i dati contabili dell’Istituto?
Tra continue riforme delle pensioni, recupero crediti affidato a Equitalia, cessione di attività a patronati e commercialisti, chiusura degli sportelli, l’INPS si avvia a diventare un ente assistenziale, virtuale, lontano dai cittadini e fortemente ridimensionato nelle sue funzioni. Ma quali case del Welfare, nel tempo ci saranno solo bancomat dove andare a ricaricare la social card con la misera pensioncina scaturita dal sistema di calcolo contributivo. E basterà appena per le medicine, visto che ci manderanno in pensione a settant’anni.
Il ruolo di KPMG deve essere ridimensionato e tutti i contratti di appalto resi trasparenti e di pubblica conoscenza. Il presidente Mastrapasqua assuma questo impegno, ci metta la faccia. Non vorremmo che i suoi molteplici impegni lo portino a fare confusione, finendo per fare il commercialista quando è all’INPS e il presidente dell’ente previdenziale quando è altrove, presso le numerose società in cui figura con diversi ruoli.
Noi continueremo a fare la nostra parte. Perché l’INPS non perda la sua funzione centrale nel sistema di Welfare nazionale occorre ripartire dalla rivalutazione della previdenza pubblica e dalla cancellazione delle attuali forme di previdenza complementare. Di questo discuteremo domani in un’assemblea di pubblico impiego convocata presso la Direzione generale dell’INPDAP, in Via Ballarin 42 a Roma. Abbiamo indetto assemblea esterna per l’intera giornata del 24 gennaio per favorire la partecipazione all’iniziativa dei lavoratori INPS delle Sedi del Lazio e della Direzione Generale. Non occorre timbrare, è sufficiente la paperless.