Scaduto l’incarico a Boeri, l’INPS è rimasto senza presidente a causa del braccio di ferro in atto tra Lega e M5S per la nomina del nuovo vertice. Ne approfitta chi vuole gettare benzina sul fuoco. Il capo della segreteria unica tecnico-normativa tramite il “Corriere della Sera” ha annunciato che chiederà a Di Maio se in questa situazione di stallo Boeri sia da considerarsi prorogato nell’incarico di presidente. Nello stesso articolo, pubblicato il 16 febbraio a firma di Federico Fubini, vice direttore del giornale di via Solferino, si tenta di stroncare la candidatura di Mauro Nori a presidente dell’INPS, richiamando una relazione dell’ANAC sulla scarsa trasparenza degli appalti dell’Ente nel periodo in cui Nori era direttore generale, ammettendo tuttavia che fu lo stesso direttore generale a chiedere l’intervento dell’Agenzia anticorruzione. Se l’ex dirigente dell’INPS, oggi in forza alla Corte dei conti, avesse avuto qualcosa da nascondere avrebbe chiesto l’intervento dell’ANAC?
Ormai è chiaro che c’è chi non vuole che Mauro Nori torni all’INPS e alcune testate giornalistiche ipotizzano che ci sia proprio Tito Boeri dietro gli interventi de “la Repubblica” e del “Corriere della Sera”, quotidiani che, nel tempo, non hanno fatto mistero di essere molto vicini al professore della Bocconi.
Federico Fubini, oltre a scrivere per il Corriere, fa parte del board di Open Society Europe, l’emanazione europea della Open Society Foundations, l’insieme di fondazioni che fanno capo a George Soros, il miliardario di origine ungherese, noto tra l’altro per le speculazioni finanziarie operate nel 1992 ai danni dell’Inghilterra e dell’Italia. Vicino agli ambienti liberal del partito democratico statunitense, intrattiene rapporti con il Partito Democratico italiano. Si spiega così l’intervento di Fubini a favore del presidente uscente.
Boeri si è congedato dall’INPS con un’intervista su “la Repubblica” nella quale afferma che la politica deve restare fuori dall’INPS e che l’indipendenza è il primo valore dell’Istituto. Detta così è un’affermazione sbagliata, perché l’INPS non assume decisioni autonome, ma attua le scelte legislative prese dalla politica. Se poi Boeri si riferisce all’ingerenza del potere politico nelle scelte che attengono all’organizzazione e alla gestione dell’Ente, per esempio la nomina dei dirigenti, allora siamo d’accordo e sottolineiamo che l’INPS deve essere indipendente non solo dal potere politico ma anche dai poteri forti, da quegli ambienti in cui l’accumulazione finanziaria è frutto della speculazione e dello sfruttamento dei lavoratori. Anzi, a maggior ragione deve essere indipendente soprattutto dai poteri forti, che oggi rappresentano il pericolo principale per l’INPS, sicuramente molto più della politica.
Il nuovo vertice dell’INPS deve possedere comprovate capacità manageriali ed avere maturato una qualificata esperienza nell’esercizio di funzioni attinenti alla previdenza sociale, come previsto dal DL 78/2010, mentre il governo con il DL 4/2019 ha ridotto i criteri a competenza, professionalità, indipendenza e indiscussa moralità. Quest’ultimo requisito a nostro parere deve rappresentare una base comune per tutti coloro che operano nella pubblica amministrazione e non può essere considerato, quindi, uno specifico criterio previsto per i candidati alla presidenza e al consiglio d’amministrazione dell’INPS.
Ancora una volta l’INPS è in pericolo e quando questo accade dobbiamo mobilitarci tutti insieme per respingere l’assalto degli speculatori e di chi vuole impossessarsi dell’Istituto per i propri affari. Facciamo sentire la nostra voce a partire già da domani, con assemblee in tutte le sedi, nelle quali denunciare i ritardi nella nomina del vertice dell’Istituto, la carenza di personale e le difficoltà che siamo costretti ad affrontare quotidianamente nell’attività lavorativa, il ricatto della produttività legata ad una parte consistente di retribuzione, la mancanza di soluzioni per chi è costretto a svolgere mansioni superiori da anni.
Se il governo non ci darà ascolto, organizzeremo una forte protesta con inevitabili ripercussioni sulla produzione, compresi i recenti provvedimenti emanati dal governo. Vengano Di Maio e Salvini a lavorare nelle sedi, a rischiare l’incolumità ogni giorno allo sportello.
FUORI SPECULATORI E FACCENDIERI
L’INPS E’ DI TUTTI, DIFENDIAMOLO TUTTI INSIEME